Formazione

Pezzotta su finanziaria: su Sud non va

Sospeso il giudizio su molti punti e caustico nel giudicare la Cgil: "Epifani aveva già deciso a giugno che non andava bene. Lo sciopero lo aveva proclamato allora''.

di Paolo Manzo

Il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, prende tempo per giudicare la finanziaria approvata questa notte dal Consiglio dei ministri. ”Dare un giudizio preventivo è abbastanza difficile -spiega a ‘Radio 24′- la nostra valutazione definitiva arriverà solo quando avremo in mano un testo e verificato se ci sarà il recepimento dell’accordo sul Patto per l’Italia stipulato con il governo”. E’ questo quello che Pezzotta vuole verificare ”perché ogni ora e ogni minuto le cose cambiano”. Ma un punto fermo c’è: le politiche per il Mezzogiorno, così come appaiono in queste prime ore ”non vanno”. ”Se saranno confermati -ha proseguito Pezzotta- gli interventi contro le agevolazioni per il Sud e altri provvedimenti annunciati fino ad oggi sicuramente il nostro giudizio sara’ alquanto critico”. Toccherà all’Assemblea nazionale dei quadri del Mezzogiorno della Cisl valutare le misure e decidere le azioni conseguenti. ”Il problema è proprio questo -continua Pezzotta- quale è la coerenza del governo rispetto ad un accordo che alla mia organizzazione è costato molto in termini di aggressioni, di assalto alle mie sedi… Saremo esattori molto, molto esigenti”. Pezzotta, dunque, vuole, prima di esprimere un giudizio, vedere che relazione c’è tra il Patto per l’Italia e le decisioni del governo in finanziaria. ”Il mio santo protettore -prosegue- è San Tommaso, ci voglio mettere il dito”. E rispedisce al mittente tutte le accuse su possibili atteggiamenti morbidi rispetto al governo. ”Io mantengo un atteggiamento di attenzione -dice ancora a ‘Radio 24′- non di acquiescenza”. E l’assunzione in finanziaria di tutti gli impegni presi con il Patto per l’Italia sarà la cartina tornasole per valutare il governo. ”Non è che il fatto che abbiamo firmato l’accordo sia una cosa aleatoria -insiste- ci servono i soldi in finanziaria per ridurre la pressione fiscale sui redditi bassi. Ci sono o non ci sono? Ci dicono di sì. Benissimo, vedo. Mi servono anche i soldi per intervenire sul Mezzogiorno. Ci sono o non ci sono? Ho visto che alcuni li hanno cancellati. Voglio vedere. E sugli ammortizzatori sociali? -si chiede ancora- Voglio valutare così come voglio vedere cosa succederà sul sistema scolastico e quello formativo. Cosa sulla sanità e che significato ha il blocco dei trasferimenti alle regioni. Per questo dico che voglio avere in mano le carte”. Più netto, invece, il giudizio del segretario generale della Cisl sugli incentivi all’occupazione che il governo intende trasformare in prestiti. ”Il nostro giudizio è negativo”, prosegue Pezzotta. ”Quel provvedimento equivaleva ad incrementare l’occupazione a tempo indeterminato, il tagliarlo vuol dire tornare indietro. E’ questa la ragione della nostra reazione”. Critiche anche per quanto riguarda l’applicazione del federalismo fiscale e gli interventi restrittivi a carico delle spese degli enti locali. ”Sul federalismo non abbiamo mai pensato male, neppure ora. Probabilmente però -ha continuato Pezzotta- si sono fatte corse non calibrate: nel senso che si possono dare più poteri alle regioni ma occorre dare loro anche piu’ risorse perche’ questi poteri possano essere esercitati. Questo era l’impianto di federalismo prospettato”. A stupire oggi il leader della Cisl, invece, ”è che si blocchino alcuni trasferimenti, a cominciare dall’addizionale Irpef. ”Allora -prosegue- bisognava fare prima l’impianto di federalismo fiscale e poi bloccare le risorse perché solo così si sarebbe avuta una logica. Congelando i trasferimenti si creano solo contraddizioni. E non basta neppure dire: stanziamo meno risorse e poi discutiamo. Questo costringe solo le regioni a tagliare alcuni capitoli con probabili ripercussioni sulle spese sociali”. E per verificare che tipo di rimbalzo potrà avere un provvedimento di questo tipo, Pezzotta ha annunciato la richiesta alle regioni e agli enti locali di un confronto in tempi serrati. Pezzotta, infine, ha definito ”non sorprendente” l’atteggiamento della Cgil che ha duramente criticato la finanziaria del governo. Epifani -ha concluso- aveva già deciso a giugno che la finanziaria non andava bene. Lo sciopero lo aveva proclamato allora”.


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