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Pezzotta: la vecchia politica che festeggia Syriza, non capisce
Vedo troppi vecchi della politica fare festa per la vittoria di Syriza in Grecia, molti di questi pensano di ridare vita a modelli e sistemi politici che ormai la gente non comprende più. Le elezioni Greche hanno messo in discussione le varianti di destra e di sinistra della proposta liberista e ci dicono che è tempo di guardare oltre e cercare di costruire, non una terza via ma una via nuova.
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Vedo troppi vecchi della politica fare festa per la vittoria di Syriza in Grecia, molti di questi pensano di ridare vita a modelli e sistemi politici che ormai la gente non comprende più. Personalmente sono contento di quanto è successo in Grecia perché conferma che le persone oggi vogliono dirigenti politici e proposte politiche più vicine alla vita quotidiana. Non si vota più partendo dagli schieramenti, ma dai bisogni e dalle sofferenze che la crisi ha generato. Sono anche convinto che Tsipras non uscirà dall’Europa, ma che introdurrà una nuova dialettica tra paesi forti e deboli. Ormai ci piaccia o meno si sono determinate le condizioni strutturale per cui abbandonare o espellere dall’Europa è quasi impossibile. Il problema è come starci e come mettere in mora la politica neoliberista che ha governato la crisi generando disoccupazione, impoverimento, incertezza e sfiducia.
E’ tempo di tornare e di reinventare l’Europa Sociale. A mio parere le elezioni Greche hanno messo in discussione le varianti di destra e di sinistra della proposta liberista e ci dicono che è tempo di guardare oltre e cercare di costruire, non una terza via ma una via nuova.
Non si perda perdiamo tempo nel cercare di incollare i frammenti di forze politiche passate, ma si creino le condizioni perché la logica mercatista non diventi il nostro unico orizzonte.
In questi anni abbiamo cercato di evidenziare il limiti e le incongruenze dello statalismo, ma siamo stati disattenti all’avanzare della logica mercatista, cioè di quella ideologia e pratica economica e politica che centrando tutto sul consumo e inquadrando tutti gli scambi come scambi mercantili e confidando nella capacita autoregolatrice del mercato ha dimenticato l’autonomia del sociale e delle relazioni solidali. L’unico risultato tangibile di questa logica è stata la crescita delle disuguaglianze e dell’impoverimento.
Occorre che si ritorni alle relazioni e alla sana socialità. La concertazione può essere un modello superato, ma non lo può essere il confronto e la tensione alla coesione sociale, alle dinamiche solidaristiche e a forme di condivisione comunitaria volontaria. La solidarietà, l’aiuto, il mutuo soccorso, la cooperazione sociale e di cura devono essere il luogo di un rinnovato impegno per la giustizia e una democrazia partecipata. Solo così sarà possibile una ripartenza, bisogna tornare daccapo a essere soggetti attivi. Sono questi gli elementi e non solo la giusta reazione contro un’Europa chiusa che hanno portato Tsipras alla vittoria elettorale. Ora bisognerà vedere se sarà fedele a questa nuova impostazione che valorizza il sociale.
Quello che però è certo è che in Europa deve sorgere una nuova stagione. Lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti, e si lavori perché avanzi una nuova classe dirigente, perché si facciano largo nuovi paradigmi, si lasci spazio al sorgere di cose nuove che mantengano il sapore dell’antico, come il pane: l’idea di uno stato sociale autogestito, la tutela delle famiglie, la preoccupazione costante per l’uguaglianza.