Cultura
Pezzotta. Il voto punisce chi attacca welfare
A tutto campo il segretario della Cisl, oggi a Milano. Che a Maroni dice: "Non è vero che la concertazione rallenta le decisioni"
Il voto europeo ha punito ”quei governi, sia di destra che di sinistra, che hanno voluto toccare lo stato sociale senza chiedere il consenso dei cittadini”. Questo il giudizio sul voto europeo espresso dal segretario generale della Cisl Savino Pezzotta a margine di un incontro promosso oggi a Milano e organizzato dalla Fondazione Lazzati sullo stato sociale. Riguardo al voto italiano, alla domanda se esso abbia rappresentato un giudizio degli elettori nei confronti della politica economica del governo, Pezzotta ha risposto: ”In parte si’, sicuramente ha pesato anche questo”. Il segretario ha poi detto: ”Tutti debbono tenere conto che la gente esprime in tutta Europa contrarieta’ laddove vengono fatti interventi sullo stato sociale senza il consenso dei cittadini”. A chi gli chiedeva se lo spostamento di voti delle ultime elezioni abbia anche interessato gli iscritti alla Cisl Pezzotta ha replicato: ”Gli iscritti votano come pare a loro la Cisl non si e’ presentata alle elezioni”.
Non e’ vero che la concertazione rallenta le decisioni, anzi, e’ vero il contrario, ha sosteneto poi, rivolto al ministro del Welfare Roberto Maroni. ”Senza concertazione – ha detto Pezzotta – secondo il ministro Maroni si fa piu’ in fretta, si decide prima, ma non e’ vero”. A riprova della sua affermazione Pezzotta ha detto che ”Negli ultimi 10-15 anni dove si e’ concertato si e’ fatto piu’ in fretta di dove non si e’ concertato, e questo lo voglio dire al ministro Maroni”. Un caso recente e’ quello della riforma del sistema previdenziale: ”Se avessero rispettato la legge Dini, che prevedeva la verifica della riforma nel 2005, oggi saremmo allo stesso punto in cui ci troviamo senza aver voluto applicare la concertazione”. Riguardo ai rapporti con il governo Pezzotta ha negato di aver concesso ”una apertura di credito con il Patto per l’Italia”. ”Io con il governo tratto, e trattare non e’ una apertura di credito, se no quando il governo non mi piace cado in letargo per cinque anni e quando c’e’ un governo amico continuo a dormire, ma in questo modo non faccio niente e sono bloccato in partenza”. Riguardo al Patto per l’Italia Pezzotta ha poi aggiunto: ”Se il governo non lo rispetta, come faccio con ogni controparte che non rispetta gli accordi allora sciopero”.
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