Sostenibilità

Petrolio, Crbm: “Stop alle trivelle a Kashagan”

Le ong denunciano rischi socio-ambientali a causa dei progetti di estrazione petrolifera in Kazakistan

di Redazione

Dopo aver concluso la loro missione sul campo in Kazakistan, la Campagna per la riforma della Banca mondiale (CRBM), Friends of the Earth Europa, Friends of the Earth Francia, CEE Bankwatch e Globus chiedono alla Commissione Europea, al governo italiano e alle istituzioni pubbliche e private coinvolte di condurre una valutazione completa degli impatti ambientali e sociali dello progetto petrolifero di Kashagan, prima di chiudere un nuovo accordo per la ripresa delle operazioni. Accordo per cui in questi giorni si stanno spendendo il nostro esecutivo, le compagnie petrolifere e la stessa Commissione Europea.

La missione delle Ong è stata condotta ad Atyrau e nella regione di Mangistau, dove sono state visitate le città di Aktau, Atash, Bautino, Boloshak, Karabatan e Koshanai e le loro vicinanze, tutti luoghi interessati dalle operazioni della Agip Kazakhstan North Caspian Operating Company N.V. (AGIP KCO).

In base ai risultati della missione e di precedenti ricerche, le Ong esprimono serie preoccupazioni sulle implicazioni che le attività sul campo possono avere sulla salute delle popolazioni locali e sull?ambiente. Le Ong hanno raccolto prove di come le emissioni e la conservazione dello zolfo legato all?estrazione del petrolio mettano in serio pericolo l?ambiente del Caspio e le comunità direttamente impattate dalle strutture di Kashagan. Nella regione sono già state reinsediate migliaia di persone a causa delle emissioni di anidride solforosa e di altri agenti chimici altamente inquinanti come il mercaptano, elementi che sono presenti in dosi massicce nel petrolio del Caspio del Nord.

La conservazione non protetta di grandi quantità di zolfo è ritenuta una delle principali cause delle piogge acide a livello globale.

?I governi e le istituzioni che finanziano Kashagan dovrebbero prendere in seria considerazione le minacce che lo sviluppo di questo progetto comportano per migliaia di persone che vivono nella regione del Caspio del Nord? ha affermato Elena Gerebizza della Campagna per la riforma della Banca mondiale, uno dei membri della missione. ?Prima di adoperarsi per la conclusione della rinegoziazione in corso del contratto di sfruttamento tra ENI e Kazakistan, il premier Romano Prodi dovrebbe chiedere all?Agip KCO di rendere pubbliche tutte le informazioni disponibili sugli impatti sulla salute e sull?ambiente che il trattamento dei rifiuti, le emissioni e la conservazione dello zolfo avranno sulla popolazione locale e sul fragile ecosistema del Caspio? ha aggiunto la Gerebizza. ?Prodi dovrebbe promuovere una valutazione indipendente sugli impatti del progetto prima che a Kashagan siano riaperte le operazioni? ha concluso la Gerebizza.

Per Darek Urbaniak, coordinatore delle campagne di Friends of the Earth Europa sull?industria estrattiva ?Il commissario per l?Energia della UE sta per andare in Kazakistan per difendere le compagnie petrolifere europee le cui operazioni causano seri impatti ambientali e violano la legge sull?accesso alle informazioni. Non è accettabile che per la Commissione Europea sia più importante la sicurezza energetica dell?UE rispetto alla salute delle persone ed all?ambiente della regione del Caspio?.

Galina Chernova, direttrice della Ong kazaka Globus, ha affermato che le compagnie devono prendere in considerazione i rischi potenziali che questo progetto comporta per la popolazione locale e per l?ambiente, dal momento che i bisogni e le preoccupazioni della gente della regione del Nord del Caspio per adesso sono stati ignorati.

?La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha finanziato lo sviluppo delle infrastrutture della piattaforma di Bautino. Le emissioni di zolfo e di mercaptano derivanti dall?estrazione sottomarina del petrolio e dal trattamento dei rifiuti trasportati a Bautino da Kashagan potrebbe impattare negativamente le migliaia di persone che vivono nella zona? ha dichiarato Manana Kochaldze, coordinatrice regionale di CEE Bankwatch. ?La BERS deve smettere di finanziare questo progetto finché non sarà condotta una valutazione indipendente delle conseguenze delle operazioni sulla salute e sull?ambiente? ha aggiunto la Kochladze.

Prima dell?inizio della missione, le Ong avevano richiesto un incontro con l?AGIP KCO presso la sua sede ad Atyrau, così da poter acquisire informazioni aggiornate sugli impatti ambientali, sociali e sulla salute delle operazioni della compagnia. Nonostante le Ong abbiano rispettato tutte le procedure richieste dal consorzio, le loro richieste sono state rigettate.

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