Sostenibilità

Petrolio: Coldiretti, ora conviene “coltivarlo”

Con il prezzo del petrolio attorno ai 72 dollari al barile (sessanta euro) la produzione europea di biodiesel ottenuta dalle coltivazioni agricole è competitiva con il normale carburante

di Redazione

Con il prezzo del petrolio attorno ai 72 dollari al barile (sessanta euro) la produzione europea di biodiesel ottenuta dalle coltivazioni agricole è competitiva con il normale carburante già con le attuali tecnologie e senza considerare i minori costi ambientali determinati dalla riduzione dell?inquinamento. E? quanto afferma la Coldiretti nel commentare il nuovo record raggiunto dal prezzo del petrolio sulla base della indicazioni contenute nella Comunicazione della Commissione Europea sulla ?Strategia Ue per i biocarburanti?. Il caro petrolio rafforza l?impegno dell?Unione Europea che nell?ultimo Consiglio dedicato al problema energetico ha previsto “di espandere l’utilizzo di biocarburanti nel settore dei trasporti, con la prospettiva di aumentare entro il 2015 la proporzione di utilizzo fino all’ 8 per cento, attraverso un dialogo costruttivo con il settore petrolifero, accordando il massimo sostegno possibile alla ricerca e allo sviluppo dei biocarburanti della seconda generazione”. Lo sforzo dell’Unione Europea è coerente con le scelte fatte da Paesi come gli Stati Uniti dove – precisa la Coldiretti – è stata imboccata una direzione di marcia verso fonti alternative con l’approvazione di un pacchetto di norme sull’energia con il proposito di raddoppiare entro il 2012 la produzione di biocarburanti fino a 7,5 miliardi di galloni (28,43 miliardi di litri) che includono biodiesel, bioetanolo e combustibile da biomasse. Tuttavia – continua la Coldiretti – l?Unione Europea è fortemente in ritardo sulla tabella di marcia fissata per raggiungere l?obiettivo finale e che prevedeva di sostituire entro il 2005 il 2 per cento dei consumi totali di benzina e gasolio da autotrazione con biocarburanti, per poi salire al 5,75 per cento entro il 2010, per far fronte agli impegni assunti con la firma del protocollo di Kyoto. Si tratta di un ritardo che l?Italia può contribuire a colmare grazie alla rivoluzione nei serbatoi che partirà su tutte le macchine circolanti sul territorio nazionale dal luglio 2006 che è la data prevista dalla legge 81/2006 fortemente sostenuta dalla Coldiretti per l?obbligo di miscelare il normale carburante con almeno una percentuale dell’uno per cento di biocarburanti derivanti dalle coltivazioni agricole, da incrementare di un punto per ogni anno, fino al 2010. Una decisione che significa un impegno delle imprese agricole per indirizzare a coltivazioni energetiche pari nel primo anno a 273mila ettari di terreno nazionale, destinati peraltro a moltiplicarsi negli anni successivi per arrivare – continua la Coldiretti – a quasi un milione e 400mila ettari nel 2010. I biocarburanti derivano dalle coltivazioni agricole che l’agricoltura italiana produce in abbondanza e in particolare il bioetanolo – spiega la Coldiretti – viene prodotto tramite processi di fermentazione e distillazione di materiali zuccherini, amidacei o sottoprodotti come cereali, barbabietola da zucchero e prodotti della distillazione del vino, mentre il biodiesel deriva dall’esterificazione degli oli vegetali ottenuti da colture come il colza e il girasole. Con il biodiesel – continua la Coldiretti – è possibile ridurre dell’80 per cento le emissioni di idrocarburi e policiclici aromatici e del 50 quelli di particolato e polveri sottili mentre con il bioetanolo si riducono le emissioni di idrocarburi aromatici come il benzene del 50 per cento e di oltre il 70 per cento l’anidride solforosa, mentre cali più contenuti si hanno anche per il particolato e per le polveri sottili.

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