Welfare

Petrolchimico: Greenpeace, sentenza oltre il limite legale

"Una sentenza andata oltre al limite strettamente legale". Cosi' il direttore scientifico di Greenpeace, Fabrizio Fabbri

di Redazione

”Una sentenza andata oltre al limite strettamente legale”. Cosi’ il direttore scientifico di Greenpeace, Fabrizio Fabbri, ha commentando la sentenza che il 2 novembre scorso assolse 28 dirigenti ed ex dirigenti di Montedison ed Enichem per le morti e le malattie degli operai del petrolchimico legate al cvm e per l’inquinamento della laguna. Secondo Fabbri, il tribunale di Venezia ”ha inteso dare giustificazione del fatto che la laguna non e’ inquinata nemmeno intorno all’area industriale, che i mitili presenti nella stessa area sono inquinati a causa delle vecchissime lavorazioni, che i lavoratori in servizio presso gli impianti di Cvm e di Pvc o non hanno assolutamente un livello di tumore significativo dal punto di vista statistico oppure l’ hanno sviluppato a causa di qualche altro agente, certamente non attraverso l’esposizione professionale. Comunque, nella peggiore delle ipotesi, sempre secondo il tribunale, le aziende incriminate hanno agito tempestivamente per porre tutte le misure di tutela nel momento in cui si e’ saputo nel 1974 che il Cvm era cancerogeno”. Fabbri ha ribadito che la sentenza ”e’ piena di errori, omissioni e cose assurde. Da una parte ci offende, ma dall’altra ci da’ speranza perche’ riteniamo che, a questo punto, un processo d’appello non solo e’ necessario ma offre anche elementi di speranza”. ”Al di la’ della parte strettamente processuale – ha proseguito Fabbri – riteniamo che questi prodotti legati al cloro vadano processati dai consumatori, per cui invitiamo tutti ad evitare di comperarli. Abbiamo pertanto fatto delle liste di prodotti che indirizzino diversamente i comportamenti d’acquisto dei consumatori”. L’impiego del cloro nei processi produttivi, e’ stato spiegato nell’incontro, determina la formazione di prodotti intermedi e finali, noti come composti organoclorurati, fra cui le diossine. ”Queste sostanze – ha detto Vittoria Polidori, responsabile della campagna di Greenpeace contro l’inquinamento – sono pericolose per il sistema riproduttivo, endocrino, immunitario ed alcune causano patologie tumorali”. Il cloro, ha concluso, da un punto di vista industriale, e’ l’elemento maggiormente impiegato nei cicli produttivi dell’ industria petrolchimica, ma allo stesso tempo e’ quello che rappresenta il maggior pericolo per la salute dell’uomo e per l’ambiente. Greenpeace ha anche distribuito nella piazza, tramite un militante vestito di nero e con una maschera a forma di teschio, volantini di informazione. L’iniziativa dell’ associazione ambientalista e’ stata annotata da due agenti di polizia municipale, che hanno poi identificato tutti gli attivisti di Greenpeace


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