Salute

Pet-coaching novità al Bambino Gesù

I coach a quattro zampe daranno una zampa ai bambini della Neuroriabilitazione. Il progetto sperimentale vede impegnati i cani come "facilitatori del processo riabilitativo" accanto alle terapie

di Redazione

Segni distintivi: bandana al collo, pazienza infinita, un’inesauribile riserva d’amore e una lunga lista di abilità per dare supporto a chi ne ha più bisogno. Sono i nuovi coach approdati all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per dare “una zampa” ai bambini della Neuroriabilitazione nella sede di Palidoro alle prese con le terapie per recuperare la capacità di muoversi e camminare.  

Al Bambino Gesù prende il via, infatti, il progetto sperimentale di pet-coatching realizzato in collaborazione con l’Anucss onlus (Associazione Nazionale Utilizzo del Cane per Scopi Sociali): due giorni alla settimana, per due ore, i piccoli pazienti possono svolgere gli esercizi di riabilitazione accanto a cani addestrati, estremamente duttili e abituati a lavorare insieme a bambini con difficoltà serie o con disabilità motorie.
I cani impegnati in questa nuova avventura (3 o 4, sempre affiancati da un “conduttore”) sono di razze diverse – golden retriever, cocker, labrador – con una comune vocazione: aiutare i più piccoli.

L’impegno del Bambino Gesù nell’individuare le soluzioni migliori per rendere l’esperienza del ricovero meno difficoltosa possibile, con questa iniziativa sperimenta l’evoluzione del tradizionale concetto di coaching.
Il coach a quattro zampe, spiega una nota del Bambino Gesù «è un facilitatore del processo riabilitativo: incrementa la motivazione al trattamento, aiuta i più piccoli a raggiungere gli obiettivi, è di supporto psicologico nella riduzione dello stress, li gratifica (ad esempio scodinzolando, facendosi accarezzare o porgendo la zampa) quando eseguono correttamente un esercizio e li accompagna verso l’arricchimento delle proprie competenze e nel recupero progressivo della propria autonomia».
Oltre all’interazione individuale tra cane e piccolo paziente, le attività di pet-coaching prevedono anche fasi di gruppo in cui bambini con simili patologie possono ritrovarsi e socializzare fra loro, sempre mediati dalla presenza dell’animale e del suo conduttore.

«Tutti i bambini con lesioni del sistema nervoso e che hanno problematiche sensoriali o motorie come emiparesi, tetraparesi o disturbi dell’equilibrio, posso beneficiare del pet-coaching» sottolinea Enrico Castelli, Responsabile Neuroriabilitazione Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. «Non si tratta di una terapia in senso stretto ma di una attività mediata dall’animale che coadiuva potenziando il trattamento riabilitativo del bambino. Ecco perché abbiamo pensato di chiamarlo “coaching” in relazione alle capacità dell’allenatore di motivare e gratificare affettivamente l’atleta. In questo caso la relazione col cane aumenta la motivazione del bambino a dare il meglio di sé durante il training, migliorandone la performance psico-fisica e lo gratifica al termine dell’esercizio. Il coaching si presta dunque in modo particolare alla riabilitazione perché quest’ultima ottiene i maggiori risultati solo quando il paziente è realmente intenzionato a collaborare».
Alla Neuroriabilitazione Pediatrica del Bambino Gesù sono seguiti oltre 650 bambini l’anno con lesioni di natura neurologica. Dopo la serie di terapie riabilitative ad hoc e con l’ausilio delle più avanzate strumentazioni robotiche, si possono raggiungere percentuali di recupero della funzionalità motoria anche dell’80-90%: in questo contesto il pet-coaching rappresenta una delle attività innovative che affiancano le tecnologie di ultima generazione – come il sistema Rewalk – sviluppate e utilizzate nel Laboratorio di Robotica e Analisi del movimento dell’Ospedale.

 

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