Sostenibilità
PESTICIDI. Uva italiana poco raccomandabile
Da un'indagine di Pesticide Action Network e Legambiente risulta contaminata da uno o più principi chimici nocivi.
di Redazione
Sempre più numerosi i pesticidi nei prodotti ortofrutticoli. E’ il dato che emerge da un’indagine di Pesticide Atcion Network presentata in contemporanea oggi in 5 paesi europei sulla presenza dei pesticidi nell’uva da tavola e curata, in Italia, da Legambiente. L’analisi, che ha coinvolto i supermercati delle catene Coop, Esselunga, Metro, Lidl e Carrefour in sette regioni (Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania) permette di confrontare nei 5 paesi europei coinvolti nello studio per un totale di 124 campioni di uva, 24 dei quali prelevati nel nostro paese.
I risultati complessivi (nei 5 paesi) sono impressionanti: un solo campione sui 124 analizzati è risultato privo di residui chimici; in atri due sono stati trovate tracce di un pesticida mentre gli altri sono risultati contaminati da residui di due o più principi chimici. Dall’analisi du un’uva francese sono emerse tracce di 16 pesticidi diversi. Tre campioni sono risultati fuorilegge in base alla normativa attuale.
Tra le catene dei supermercati coinvolti, quelle olandesi ottengono i risultati migliori, i tedeschi quelli peggiori e l’Italia si attesta più o meno a metà classifica con luci ed ombre. Particolare il caso della catena Lidl, unico supermercato presente, e quindi preso in considerazione dall’indagine in tutti e 5 i paesi, che mostra una politica di tipo schizofrenico: attenta in alcuni paesi (Germania e Olanda), lassista in altri, tra cui l’Italia dove l’attenzione ai pesticidi risulta evidentemente minore.
Le analisi effettuate sui campioni prelevati in Italia tornano a confermare i risultati denunciati da Legambiente ogni anno con l’indagine “Pesticidi nel Piatto”: nonostante i passi in avanti realizzati dalla nostra agricoltura negli ultimi anni sono ancora troppi i prodotti chimici utilizzati e quindi numerosi i campioni contaminati che, seppur quasi sempre al di sotto dei limiti di legge, destano preoccupazione.
Delle 24 partite di uva italiane analizzate, tutte risultano contaminate da pesticidi. In totale 31 sono i principi attivi diversi trovati. Nello specifico, sette campioni sono stati etichettati come “non raccomandabili” e nessuno come “raccomandabile”. In compenso, altri 17 hanno ottenuto il bollino di prodotto che necessita di una certa “attenzione”.
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