Agricoltori Vs Commissione europea
Pesticidi, i trattori fermano la riduzione
Di fronte alle proteste dei coltivatori cade un altro pilastro del Green deal, quello per l'abbattimento del 50% dei pesticidi in agricoltura. È una sconfitta per i programmi ambientali europei, per Danilo Selvaggi, direttore della Lipu. Ma la transizione ecologica andrà avanti: a breve ci sarà l'approvazione della legge per il ripristino della natura
Quando, lo scorso novembre, l’Europarlamento ha bocciato il Regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi – Sur, non se n’è accorto quasi nessuno. Ora invece, nel pieno delle proteste dei trattori, fa un gran rumore l’annuncio di Ursula von der Leyen sul ritiro definitivo della proposta. «I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati», ha detto la presidente della Commissione Ue, cercando il dialogo. «So che sono preoccupati per il futuro dell’agricoltura e per il loro futuro. Ma sanno anche che l’agricoltura deve passare a un modello di produzione più sostenibile, in modo che le loro aziende rimangano redditizie negli anni a venire».
La proposta della Commissione, adottata a giugno 2022, aveva l’obiettivo di ridurre del 50% l’uso e il rischio di pesticidi chimici, entro il 2030, in linea con la Strategie Ue Farm to fork (dal produttore al consumatore), uno dei pilastri del Green deal voluto proprio da von der Leyen. «Cancellare la norma sull’uso sostenibile dei fitofarmaci rappresenta una sconfitta per i programmi ambientali europei, sul versante del rapporto agricoltura e biodiversità. L’uso di pesticidi nell’Ue infatti è ancora molto elevato ed è tra le principali cause di perdita di biodiversità, specialmente di api, bombi, altri insetti impollinatori e uccelli», commenta Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu.
Dopo il primo stop, a fine 2023 sembrava essersi riaperto uno spiraglio per la ripresa dei negoziati per il Regolamento Sur. Infatti l’11 dicembre a Bruxelles, durante il Consiglio Ue AgriFish, alcuni ministri dell’Agricoltura – non l’italiano Francesco Lollobrigida – esprimevano la volontà di cercare un compromesso. Ottantuno organizzazioni non governative europee, in rappresentanza di consumatori, ambientalisti, agricoltori, compresa la coalizione italiana #CambiamoAgricoltura, scrivevano a von der Leyen, per esprimere sostegno a una proposta «della massima importanza per la salute dei cittadini, la conservazione della natura, l’arresto e l’inversione della perdita della biodiversità, e per il mantenimento di agroecosistemi produttivi e resilienti necessari per garantire la sicurezza alimentare in Europa».
Di fronte al passo indietro della presidente della Commissione Ue, il commento di Danilo Selvaggi è che «purtroppo ha prevalso la parte della protesta anti-ambientalista, espressione delle grandi organizzazioni agricole, frutto di un grave gap culturale». Ma, prosegue il direttore della Lipu, «chi manifesta lo fa anche per gli elementi di iniquità che penalizzano i piccoli agricoltori, di fronte alla grande distribuzione. Questo va messo in evidenza. Al di sotto di questa grande contestazione ambientalista, ci sono ragioni condivisibili, che vanno affrontate e invece sono state oscurate, anche per ragioni politiche».
La proposta del Regolamento Sur nasceva dalla crescente consapevolezza da parte dei cittadini dei problemi connessi all’uso dei pesticidi e dalla richiesta di misure efficaci per ridurne l’uso e i rischi per la salute. «Non bisogna cedere al pessimismo», è il messaggio conclusivo di Selvaggi. «La transizione ecologica deve continuare. A breve ci sarà l’approvazione definitiva della Restoration law, la legge sul ripristino degli ecosistemi, poi bisognerà riprendere in mano il grande comparto dell’agricoltura. Così è insostenibile e distruttiva, non solo per la natura ma anche per la qualità del cibo, del paesaggio, della salute umana».
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