Famiglia
Pesticidi: è allarme in Francia
Un rapporto riservato finisce "per errore" sul sito del ministero dell'Ambiente e rivela rischi di tumore per i coltivatori. Chiesto il trasferimento del controllo a un'agenzia indipendente
Il rapporto era finito per errore sul sito del ministero dell?Ambiente il 28 febbraio rivelando dati imbarazzanti e soprattutto la proposta di ritirare ai colleghi dell?Agricoltura la delega al controllo dei pesticidi, attribuendolo a un?agenzia indipendente. Il ministro Yves Cochet, avrebbe dovuto renderlo pubblico solo il 15 marzo, dopo quindi il Salone dell’agricoltura che si tiene annualmente a Parigi.
Nel dossier i diciassette esperti dell?Ambiente mettevano in guardia dai problemi di salute cui andrebbero quotidianamente incontro gli agricoltori: cancro alla prostata, delle ovaie, del cervello, malformazione ai genitali dei neonati, pubertà precoce, alterazione della capacità riproduttiva e Parkinson.
A confermare l?allarme, le ricerche di un’équipe medica di un istituto di Montpellier, l?Iserm.
Nel contempo i saggi scelti dal ministero attaccavano la legge che definisce l?uso dei pestici, giudicandola «aberrante», anche perché prevede un controllo sugli alimenti «insufficiente»: su 600 prodotti chimici utilizzati solo di 210 si effetturebbe un controllo costante da parte della Direction de la concurrence e des frodes.
Secondo il rapporto infine su 5mila analisi, sarebbe positiva al controllo dei residui una percentuale che va dal 5 al 8%.
Allarme anche per i “giardinieri della domenica”: in Francia sono 13milioni e utilizzano ogni anno 8 tonnellate di pesticidi. Si teme che non seguano le precauzioni previste.
Secondo il rapporto, occorrebbe una controllo più attento sull?utilizzo dei pesticidi, visite mediche ricorrenti per i coltivatori e una riforma delle procedure di omologazione delle nuove sostanze.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.