Mondo
Perugia-Assisi, il giorno dopo
Breve cronaca della Marcia per la Giustizia e la Pace, che si è svolta ieri tra impegno civile, simboli e un beffardo acquazzone.
Le previsioni sono state rispettate: 200 mila persone, ieri, hanno camminato lungo le strada che porta da Perugia ad Assisi, nell’edizione 2005 della Marcia per la Giustizia e la Pace.
Chi percorrendo tutti i 23 chilometri, chi entrando nel corteo all’uscita di Perugia, chi fermandosi alle porte di Assisi per far ritorno ai pullman venuti da tutta Italia, ognuno ha dato il suo contributo per aderire allo slogan “Io voglio, Tu vuoi, Noi possiamo”, con il quale la Tavola della Pace ha convocato la marcia.
Molte persone erano vestite di bianco, con fasce e braccialetti al polso, a testimoniare il proprio impegno contro la piaga della povertà, il lascito più grave di ogni guerra.
Acqua, viveri e assistenza erano assicurate durante tutto il percorso, con molta gente del luogo che osservava curiosa il fiume colorato di manifestanti.
Unica nota di biasimo, non tutti hanno accolto l’invito degli organizzatori a evitare di portare bandiere di partito.
Verso le 16, quasi tutti i partecipanti avevano già raggiunto la meta, la Basilica di San Francesco, nel cuore di Assisi. Da lì, molti hanno preso la strada del ritorno, alcuni rimettendosi in cammino per i parcheggi (distanti qualche chilometro), altri aspettando le navette o i pochi treni a disposizione. Il comune della città umbra non ha di certo aiutato gli organizzatori: il sindaco di Assisi, contrario alla marcia, ha indetto proprio ieri, nella sala consiliare, una commemorazione per le vittime degli attentati dell’11 settembre.
Dopo l’arrivo alla Basilica, sfidando la stanchezza, centinaia di manifestanti hanno affrontato la salita alla Rocca maggiore, per assistere ai discorsi di chiusura di vari esponenti della società civile; ma, causa un violento acquazzone, si è potuto leggere solo il messaggio invitato ai presenti dal Presidente della Repubblica, dopodiché ogni strumento elettronico è andato fuori uso.
Lo stesso violento acquazzone ha preso alla sprovvista, in aperta campagna, la coda del corteo. Cercando riparo tra auto, cespugli o sfidando apertamente le intemperie, i malcapitati hanno poi terminato la marcia fradici, ma sorridenti, convinti che la strada per la Pace, seppur aspra e imprevedibile, sia l’unica praticabile.
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