Mondo

Perù. El Hospital de la solidaridad. La pazza idea dei medi bus sanità su quattro ruote

I rottami degli autobus della capitale sono stati trasformati in cliniche pubbliche e hanno già curato un milione di malati

di Paolo Manzo

Lima è una città piena di contraddizioni. Sociali, architettoniche, sanitarie e chi più ne ha più ne metta. Per chi arriva all?aeroporto Jorge Chávez – dove da quando è iniziato quest?interminabile autunno limeño stanno cercando di riparare l?aria condizionata, impresa ardua e, per ora, non coronata da successo – la prima contraddizione è visiva. Uno si aspetta il verde di Cusco e Machu Pichu, pubblicizzato dai dépliant delle agenzie di turismo outgoing di mezzo mondo, o la vivacità cromatica dei maglioni peruviani intessuti a mano e, invece, si trova catapultato in una metropoli che ha come minimo comune denominatore il color marrone. Lima, infatti, è la città più marrone del mondo, e non l?aiuta neanche il Pacifico che, a differenza dell?Atlantico marplatense sempre blu scuro, agli occhi appare come un vero e proprio ?oceano di melma?. Almeno dalle alture di Miraflores, barrio ben costruito su una collina a strapiombo che, il giorno che da queste parti dovesse piovere per tre giorni di fila, franerebbe miseramente e direttamente nel Pacifico. Ma a Lima non piove mai, da secoli, e quindi Miraflores per ora è salvo, anche se l?acqua dalle 22 alle 5 del mattino è razionata (ossia non c?è) per i tre milioni di abitanti più poveri della capitale… E che il Perù sia una contraddizione per definizione lo dimostra persino la distribuzione della sua gente sul territorio: con una superficie che è oltre quattro volte quella dell?Italia e una popolazione di soli 24 milioni di abitanti, un terzo dei peruviani vive concentrato nella capitale, una delle metropoli più grandi del continente latinoamericano. Ma il contrasto che più colpisce è quello socio-economico. Guardando le statistiche macro il Perù sembrerebbe un Paese in pieno boom: nel 2002 il Pil è cresciuto del 4,9% (record del latinoamerica) e, nel 2003, del 4%, mentre la metà della popolazione continua a patire la povertà, un quarto l?indigenza, mezzo milione di bimbi sotto i due anni sono denutriti e 6,5 milioni di under 18 vivono con meno di due dollari al giorno. I dati, resi noti dall?Unicef e dall?Istituto di statistica del Perù, pongono alcune zone del Paese (e alcuni quartieri della stessa Lima) sullo stesso livello di nazioni come l?Afghanistan, lo Yemen e l?Etiopia. In questo contesto non stupisce che tre milioni di limeños e circa la metà dei peruviani non abbiano accesso a cure mediche e siano privi di un?assistenza sanitaria degna. Proprio per dare una risposta all?esigenza dei suoi concittadini, il sindaco di Lima, Luis Castañeda Lossio (probabile futuro presidente del Perù), ha fatto volare alto la fantasia, trasformando vecchi autobus destinati alla demolizione in veri e propri ospedali su quattro ruote. Il progetto è partito lo scorso anno e, a fine maggio 2004, i Medi Bus (sparpagliati in cinque centri sanitari nelle zone più povere di Lima) erano già oltre cento. Dalla cardiologia all?oftalmologia, dalla medicina interna alla ginecologia, il servizio offerto è di alto livello e il personale medico coinvolto è il migliore che c?è sul mercato peruviano. “Il numero uno in chirurgia dell?ospedale Rebagliati (una sorta di Cto locale), il presidente della Società oftalmologica peruviana, persino un medico che fa trapianti di cuore e tanti altri bravi professionisti ricevono presso la nostra struttura, ciascuno ogni giorno tra i 40 e i 50 pazienti. Che vengono qui, dove spendono un dollaro per una visita, o tre per un?analisi o una mammografia, mentre nelle cliniche private non gliene basterebbero 70 di dollari?”, spiega il dottor Luis Rubio Idrogo, direttore esecutivo del Programma comunale dei centri sanitari pubblici e responsabile dei Medi Bus. Dall?aprile 2003 al marzo 2004, gli ospedali della solidarietà hanno curato oltre un milione di peruviani, il 90% dei quali vive sotto la linea della povertà e, quindi, impossibilitato a ricorrere alle cliniche private che, proprio a causa della concorrenza dei Medi Bus, hanno già abbassato i prezzi di un 40% negli ultimi 12 mesi. Il Comune di Lima finanzia per il 70% questo programma sanitario che, presto, potrebbe essere esportato in altri Paesi sudamericani, in primis l?Equador: il resto della copertura finanziaria è assicurato da privati e dalle entrate che, seppur bassissime per unità, raggiungono un volume complessivo notevole. “Gli oltre 200 medici che hanno accettato questa sfida sociale portano nel Medi Bus loro assegnato i macchinari, tutti completamente sterilizzati, e si assicurano in media un introito di 100 dollari al giorno. Certo con una settantina di visite e interventi, e non con un paio, come nelle cliniche private”, spiega il dottor Rubio. Paradossalmente il problema maggiore non è stato di sostenibilità finanziaria, bensì quello di spostare i Medi Bus da un quartiere povero all?altro. In realtà il progetto era nato con l?idea di creare un solo ospedale, dotato di una trentina di Medi Bus, ma poi i blocchi da parte della popolazione del quartiere Independencia (tra i più popolosi e umili della capitale, dove il programma è stato lanciato) hanno costretto Rubio a trasformare altri autobus in studi medici, dislocandoli nelle altre zone povere più di Lima. Il successo di questo modello sociale di cure mediche si basa su tre pilastri, fondamentali per i pazienti: il basso costo delle visite, la professionalità del personale medico e paramedico impiegato e la rapidità con cui il malato è visitato. “La cosa fondamentale per un medico che voglia lavorare qui è che cambi la sua concezione di ?paziente?. Per definizione paziente è quella persona che si caratterizza per la capacità di sopportare qualcosa, senza lamentarsi? Ecco qui i ?pazienti? dobbiamo essere noi, i professionisti della salute (ossia i medici, le infermiere e i paramedici), mentre impazienti hanno tutto il diritto di esserlo i malati, che hanno perso il loro equilibrio fisico o mentale”, conclude il dottor Rubio. Una frase che spiega perché i peruviani poveri di Lima hanno bloccato la città, quel paio di volte che i Medi Bus sembrava volessero spostarsi?


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA