Famiglia

Periferie: emergenza banlieues anche in Italia

L'antropologo La Cecla intervenuto a un convegno organizzato da Unidea: “Fra 20 anni il mondo sarà urbano"

di Stefano Arduini

?Oggi tutti parlano di periferie, ma nessuno capisce che siamo ormai alle soglie di un’emergenza mondiale?. Così, senza perifrasi, l’antropologo e architetto Franco La Cecla ha introdotto la tavola rotonda Futuro delle periferie, futuro della città , in occasione della presentazione del Rapporto Annuale 2005 della Fondazione Unidea. Da qui a vent’anni, ha proseguito La Cecla riprendendo l’idea del celebre teorico delle metropoli Mike Davis, il mondo sarà urbano. Ma questo processo invece di provocare una nuova cittadinanza, accrescerà i conflitti e le povertà. Se la tendenza non sarà invertita, avremo città sempre più assediate da poveri ed economie urbane sempre più depresse. Anche nella vecchia Europa, da quando il flusso migratorio viene convogliato nelle periferie, il fenomeno è diventato preoccupante, come del resto dimostra l’esplosione delle banlieues parigine. E la risposta al problema da parte dei governi accumula il fallimento di vecchie utopie urbanistiche alla dabbenaggine di chi, ancora oggi, pensa le città solo in termini di frammentazione umana, ?come se l’uomo si potesse si potesse dividere: l’uomo che vive in periferia, l’uomo che lavora, l’uomo che si diverte?. Per La Cecla occorre riappropriarsi dell’antica vitalità urbana e degli spazi pubblici condivisi: ?non c’è città senza diritto di passeggiare con degli sconosciuti?. Centro e periferia, in altre parole, devono tornare a comunicare anche attraverso la mobilità. Sui disagi delle metropoli francesi è intervenuta anche Alessia de Biase, dell’Ecole Nazionale Supérieure d’Architecture de Paris-La Villette, che ha stigmatizzato il fallimento sociale dei grandi complessi periferici parigini, un tempo simbolo di modernità e oggi luoghi di degrado e di violenza. Secondo la sociologa Francesca Zajcyk dell’Università degli studi di Milano-Bicocca, non basta importare soluzioni di riqualificazione urbanistica per recuperare le nostre zone periferiche. Occorre invece guardare al caso specifico, senza dimenticare che, accanto alle periferie ?cattive?, esistono anche esempi positivi ed integrati, come accade ad Amsterdam. E proprio di un caso specifico, quello milanese, ha parlato don Virginio Colmegna. Secondo il presidente della fondazione Casa della Carità Angelo Abriani, una città vivibile deve convivere con i propri limiti, accettare l’invasione della debolezza e riportare la periferia al ?centro? dell’abitare. In ogni caso, bisogna fare presto: l’emergenza periferie, come ha ricordato nel suo intervento conclusivo Paola Pierri, presidente Unidea – Unicredit Foundation, è ineludibile: ?se non siamo noi ad affrontarla, prima o poi ci verrà addosso?.


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