Questo gran parlare di saggi mi ha fatto tornare in mente lo studio giovanile dell’”Etica nicomachea”, laddove Aristotele, nella sua meticolosa sistematizzazione della conoscenza antica, distingue sapienza da saggezza. La sapienza, nel sistema aristotelico, ha per oggetto la conoscenza dei principi assoluti, addirittura “necessari”, ossia ciò che non può essere modificato dall’uomo ma solo conosciuto e contemplato La saggezza, invece, ha per oggetto l’agire umano e i mezzi utilizzati, concerne “le cose che per l’uomo sono buone e cattive”. “La saggezza” spiega Aristotele “dirige l’agire nell’ambito dei beni umani”, per cui essa è una virtù eminentemente politica. L’esempio di uomo saggio proposto da Aristotele è Pericle – da molti considerato”l’inventore della democrazia” – in tempi recenti tirato in ballo anche nella disputa politica italiana, a proposito del suo celebre “discorso agli ateniesi” del 461 avanti Cristo. Credo meriti rileggerlo:
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Se i “saggi” da lui nominati avessero consegnato questo testo al presidente Napolitano molti lo avrebbero considerato un progetto radicale, ma almeno il loro lavoro non sarebbe stato del tutto inutile.
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