Economia
Perché solo l’Iraq?
Un commento di Raffaele K. Salinari, Presidente Terre des hommes, sulla concellazione del debito iracheno da parte dell'Italia: "Uno schiaffo a tutti i paesi poveri e poverissimi"
In linea con la politica di subalternità piena all?attuale amministrazione Usa, l’Italia ha cancellato l’80 per cento del debito estero con l’Iraq, pari a circa 2,4 miliardi di euro.
Una decisione che è stata formalizzata il mese scorso ma che non ha portato a significative reazioni politiche in entrambe gli schieramenti. Da parte sua il Governo, con il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, ha siglato l?accordo con Mowafak Abboud, ambasciatore iracheno accreditato a Parigi, facendolo seguire da uno stringato comunicato stampa.
In realtà la notizia sarebbe importante, ma il Governo per primo preferisce non darle troppa importanza, dato che probabilmente si rende conto che si tratta di uno schiaffo a tutti i paesi poveri e poverissimi che attendono da anni, da quando l?Italia ha approvato una legge in proposito, la cancellazione di un debito che li strangola e ne impedisce ogni strategia di sviluppo.
Quello che rende ragione della “nuova” politica estera italiana rispetto alla gestione politica del debito, è però tutto nelle dichiarazioni del Sottosegretario, secondo il quale questo atto “da’ il senso dell’impegno italiano, non solo militare ma anche umanitario, per la ricostruzione in Iraq in un momento delicato in cui quel Paese sta tornando gradualmente alla normalità? ( sic!).
Parlare di normalità in Iraq è gia una falsificazione della realtà che neanche più il Pentagono si sogna di fare ma ciò che appare realmente grave è la motivazione ?umanitaria?, per una misura che, se rientrasse realmente in questa categoria, andrebbe a maggior ragione applicata a tutti i paesi indebitati senza discriminazione alcuna.
Questo uso dell?umanitario a sproposito e per giustificare la presenza delle truppe italiane in Iraq ha fatto oramai troppi guai. E? un vulnus profondo, non solo a tutto il Diritto internazionale umanitario, ma alla credibilità delle tante Organizzazioni non Governative impegnate nella sua applicazione autentica. Ancora una volta, nella decisione del Governo, si legano bellico ed umanitario, oramai facce della stessa politica, funzione uno dell?altro. Tutto questo è inammissibile.
Mi aspetterei una critica a questa decisione anche da parte dell? opposizione che si prepara a governare. Mi chiedo: sono d?accordo i leader dell?Unione con questa maniera di procedere? Non credono che il momento politico in Iraq si aggraverà ulteriormente dopo questa decisione, che la ?democrazia? che si prepara in questa nazione non ne subirà una torsione ulteriore? Che premiare con la cancellazione del debito questi governanti che un giorno su due cercano di manomettere anche le regole dettate dalle potenze occupanti, sia un atto gravissimo? Attendo fiducioso una risposta.
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