Cultura

Perché siamo tutti Koulibaly

30mila persone allo stadio con il volto del giocatore senegalese del Napoli. Un'iniziativa a sorpresa di cui hanno parlato i giornali di mezza Europa. Nata da una pagina facebook di tifosi partenopei. Ecco chi sono e perché si sono decisi a questo gesto

di Anna Spena

Ne hanno parlato il Guardian, L’Equipe, la Bbc. L’iniziativa tutta partenopea ha avuto una risonanza internazionale che gli stessi organizzatori non si aspettano. «Non siamo un gruppo di ultras», spiega Andrea Pane tra i soci della pagina Facebook “Quelli dal sangue azzurro”. «Siamo un gruppo di amici legati, prima ancora che dalla passione per Napoli calcio, da quella per la nostra città». L’idea è nata da questo gruppo di tifosi che cinque anni fa ha fondato la pagina Facebook “Quelli dal sangue azzurro”. Dopo la partita Lazio-Napoli (lo scorso 4 febbraio), che è costata due giornate di squalifica alla curva Nord della Lazio per i ripetuti insulti razziali nei confronti del giocatore Kalidou Koulibaly, senegalese ventiquattrenne, oggi nel ruolo di difensore della squadra partenopea, i tifosi napoletani hanno pensato di dire la loro…

«Quello che è successo ci ha molto toccato», continua Andrea Pane. «Questi ragazzi che giocano nel Napoli vengono offesi due volte: per il colore della pelle; e per la squadra in cui giocano. Non è giusto. Ci voleva un segnale forte. Perciò abbiamo deciso di assumere una posizione chiara e decisa per difendere Kalidou Koulibaly». Al San Paolo ieri c’erano 40mila persone e quasi tutte avevano sul viso l’immagine stampata del volto del giocatore. «È avvenuto tutto molto velocemente», spiega Andrea Pane. «Quattro giorni fa abbiamo parlato sul da farsi. L’idea che ci è venuta è stata quelle di realizzare un’immagine pdf da mettere on-line. Ci siamo accordati con varie testate locali e qualche radio. Ma sabato mattina l’iniziativa è stata sponsorizzata anche dal giornale Il Mattino. Ci sono arrivate così tante richieste che alla fine ci siamo ritrovati a stampare noi 20mila maschere e le abbiamo distribuite allo stadio». L’iniziativa ha un valore sociale di ampio respiro. «Noi napoletani siamo spesso discriminati», conclude Pane. «Il razzismo territoriale ed extra-territoriale è una cosa da combattere».

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