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Perché qui la coca non è droga

In Bolivia tutti gli stupefacenti sono illegali, ma le foglie di coca sono la coltura nazionale (di Carmen Morrone).

di Redazione

In Bolivia cocaina, marijuana, hashish e le altre droghe sono illegali, ma le foglie di coca vengono masticate da molti boliviani e sono persino venerate dalle popolazioni indigene.
Mama-Coca è onorata come figlia della dea Pacha-Mama e la coca è considerata un dono concesso agli essere umani per scacciare le forze del male. Quechua e aymara compiono offerte di foglie di coca prima di seminare o di scavare nelle miniere, i guaritori tradizionali se ne servono nei loro rituali, mentre in alcune zone remote sono spesso usate in luogo del denaro.
I conquistatori spagnoli scoprirono che i lavoratori che masticavano la coca erano più assidui nel lavoro e perciò ne promossero l’uso. Usata a scopo terapeutico le coca serve a ridurre gli effetti dell’altitudine, ad eliminare il senso di fame, ed è considerata uno stimolante del sistema nervoso centrale.
Masticare le foglie di coca ha inoltre una valenza sociale e di svago, più o meno come fumare una sigaretta o prendere una tazza di caffè, e tra i minatori l’intervallo per la coca è un’istituzione.
Le foglie, che crescono su arbusti coltivati nelle Yungas e nel Chapare ad altitudini comprese tra i 1000 e 2000 metri, sono vendute in tutti i mercati. Gli effetti della masticazione delle foglie non sono nulla di sensazionale, dopo averle rese un poltiglia si inizia a deglutire il succo che ha un sapore amaro che tenderà a rendere insensibili la bocca e la gola, non a caso molti anestetici derivano proprio dalla lavorazione delle foglie della coca.
Carmen Morrone

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