#100donMinzoni

Perché per noi scout don Minzoni non è solo un ricordo

Il presidente nazionale dell’Associazione Guide e Scouts cattolici italiani parla del rapporto che lega l’Agesci al sacerdote martire: «Non siamo venuti ad Argenta per una celebrazione stanca che dobbiamo fare. Il suo stile educativo è quanto mai attuale»

di Antonietta Nembri

Era il 23 agosto del 1923 quando don Giovanni Minzoni veniva ucciso per mano fascista e oggi, in occasione del centenario Argenta (Fe) è al centro delle celebrazioni che hanno visto la presenza del cardinale Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, oltre che di una folta rappresentanza dell’Agesci, con il presidente del Comitato nazionale Francesco Scoppola, la Capo Guida d’Italia Daniela Ferrara e i responsabili dell’associazione in Emilia Romagna e i rappresentanti di Masci e Fse. 

Cento anni non sono pochi, il mondo e l’Italia sono completamente cambiati eppure, ricorda una nota «Per le guide e gli scout dell’Agesci, don Minzoni rappresenta ancora oggi un prezioso testimone di pace e libertà. Era uno scout e aveva avuto l’intuizione che questo metodo educativo offriva davvero una possibilità di un’educazione integrale dei ragazzi».

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«Per noi essere qui ad Argenta non è partecipare a una celebrazione stanca che dobbiamo fare», osserva il presidente nazionale Francesco Scoppola. Per lui l’avvio del processo di canonizzazione (sarà aperto ai primi di ottobre-ndr) che vede gli scout cattolici tra i promotori è «un’iniziativa di valore sinodale». Don Minzoni nello stesso anno della morte diede vita a un gruppo scout ad Argenta.

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Una figura che può ispirare i giovani

Ma soprattutto, sottolinea il presidente nazionale Agesci «è quanto mai necessario fare memoria di una figura che può ispirare e i nostri ragazzi hanno bisogno di persone di riferimento in campo educativo. Soprattutto oggi che mancano figure cui ispirarsi e quelle che c’erano un tempo dagli insegnanti ai catechisti stanno vivendo una crisi». 

Educazione e coraggio

Ed è proprio qui, per Scoppola, l’attualità dell’insegnamento di don Minzoni. «Nel suo metodo educativo fatto sul campo e in un territorio fragile. Educare come antidoto al silenzio e alla solitudine, alla dispersione che è un male che vivono anche i nostri ragazzi. E poi c’è un altro elemento fondamentale per noi guide e scout Agesci: il coraggio»

L’elemento del coraggio, spiega «in un contesto storico certamente differente e non paragonabile con quello di cent’anni fa, per il nostro metodo è importantissimo ed è il coraggio della scelta e della testimonianza. E per i ragazzi è fondamentale l’idea che l’educazione sia il mezzo per poter formare una coscienza libera. È un patrimonio che resta anche quando si diventa grandi».

Nell’immagine in apertura il presidente del comitato nazionale Agesci Francesco Scoppola, nella gallery alcuni momenti della cerimonia di oggi ad Argenta – foto di Matteo Caselli


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