Non profit

Perché non facciamo una class action?

5 per mille. Una domanda che viene dai tanti esclusi 2007.

di Carlo Mazzini

La mia associazione è stata esclusa dal 5 per mille 2007 a causa del mancatao inserimento, nella raccomandata di autocertificazione, della fotocopia del documento di identità e della ricevuta della domanda di iscrizione. E il bello è che, invece, io sono sicura di averle inserite, ma non posso dimostrarlo. Tra l?Agenzia delle Entrate che dice che non c?erano e me che dico che c?erano, la legge dà ragione all?Agenzia delle Entrate. Siamo in tanti in questa situazione, ma mi è stato detto che non è possibile una ?class action?. Perché?

Valeria P.

Il bello è che non ci si annoia mai! Questo potrebbe essere, in sintesi, lo slogan che caratterizza la qualità del rapporto tra amministrazione pubblica e cittadino. La spinta riformatrice degli ultimi dieci-vent?anni ha prodotto buona normativa e aggiungerei anche buona prassi. Con le autodichiarazioni si procede quasi ovunque; i termini dei procedimenti non sono più fumosi, i tempi vanno rispettati dal funzionario pubblico; ancor di più, il funzionario ?capo? deve firmare i provvedimenti perché deve essere rintracciabile colui che ha preso una certa decisione. I diritti del cittadino, proprio a sessant?anni dalla Costituzione, sembrano essere meglio declinati, grazie alla cosiddetta ?riforma Bassanini?.Il non profit, ovviamente, non è estraneo alla spinta verso questa riforma dei rapporti in quanto elemento portatore di diritti (a volte diffusi, si vedano gli artt. 26 e 27 della legge 383/00) da far valere rispetto ad amministrazioni che ?non procedono? o procedono male. Permane comunque una sensazione di sudditanza implicita, soprattutto se si parla di fisco, tasse, amministrazione finanziaria. È solo un?impressione, ma spesso è per impressioni che procediamo, e la nostra parte razionale viene sopraffatta da quella che si affida alle sensazioni, al sentito dire, allo sconforto, alla sensazione di una sconfitta già scritta.In un caso come quello del quesito, che pure arriva dall?Emilia Romagna, una regione dove i Centri di servizio al volontariato si sono mossi molto bene sulle esclusioni formali dal 5 per mille 2007 (vedi www.vita.it), in un caso come quello del quesito, dicevamo, chi ha ragione? Ecco, le leggi non ci dicono tutto, non prevedono tutti i casi possibili, ma non ci lasciano proprio a terra. Ad esempio, lo Statuto dei diritti del contribuente (legge 212/00) afferma che (art. 10, comma 1) «i rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria sono improntati al principio della collaborazione e della buona fede».Se l?associazione di Valeria ha inviato la cosiddetta autodichiarazione, per raccomandata, e non le è stato chiesto di inviarla «in plico, senza busta» (unica modalità che consente di verificare all?accettazione che vi sono tutti gli allegati che si asserisce esserci), si può presumere che l?ufficio stesso abbia perso la documentazione allegata. Dove risiede la presunzione assoluta di colpevolezza dell?associazione? Buona volontà da parte dell?amministrazione non vuol dire ?buon cuore?, ma vuol significare che, ragionevolmente, chi invia una autodichiarazione del tipo che sappiamo non dimentica di allegare le fotocopie richieste. E se lo fa – può succedere, per carità – basta chiedere, proprio sulla base del principio di collaborazione, l?integrazione della documentazione; negare un diritto (vedi la sentenza della Corte Costituzionale proprio sul 5 per mille) sulla base di una fotocopia in meno, non appare un comportamento in linea con i principi delle riforme per un?amministrazione pubblica vicina al cittadino. Quanto all?idea di intentare una class action contro l?amministrazione da parte dei tanti esclusi, temo che non sia possibile ricorrervi in questo caso, visto che la norma che introduce la causa collettiva nel nostro ordinamento, e che sarà operativa solo da luglio, ha modificato il Codice del consumo (art. 140 bis), e riguarda solo cause che oppongono i consumatori alle imprese (e lo Stato non è un?impresa) che violano i contratti commerciali stipulati con loro (e le associazioni non hanno stipulato contratti con lo Stato per il 5 per mille).


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