Formazione

Perché Micol continua a chattare anche se è ora di cena

di Redazione

Al consiglio di classe della quinta B del ginnasio, tra docenti e genitori, l’insegnante di matematica ha lamentato che il rientro in aula dei ragazzi dopo la ricreazione avviene alla spicciolata; anzi qualcuno, in prossimità della porta, torna indietro e va in bagno, come se l’intervallo iniziasse allora. Il professore di italiano dice che gli studenti si concedono qualche libertà di troppo, sapendo di essere bravi e di godere di buona considerazione. L’insegnante di lingua straniera afferma che i ragazzi sono esuberanti, a volte non si rendono conto di essere sopra le righe, e il professore di storia dell’arte si chiede: «Perché dovremmo sopportare tutto questo?». A rincarare la dose è la mamma di Micol, la quale fa presente che quando la sera dice alla figlia che la cena è pronta, Micol continua a chattare come se nulla fosse, ed è costretta a richiamare la figlia più volte, prima che si sieda a tavola.
In palestra la situazione non è diversa. I livelli di concentrazione sono bassi, la distrazione su quanto dobbiamo fare è frequente e appena ho finito la spiegazione riguardo alle azioni da compiere, puntuale arriva la domanda: «Che cosa dobbiamo fare?». In occasione degli incontri con squadre di altre scuole, nello spogliatoio e prima dell’inizio della partita sono prodigo di consigli e di suggerimenti tattici, assegno a ognuno le marcature degli avversari, ma i più sono poco attenti e tendono alla distrazione, salvo lamentarsi degli scarsi risultati dopo aver combinato ben poco in campo. Una delle tante prerogative degli adolescenti di oggi è quella di voler vincere sempre, meglio se senza impegno. Ma, per dirla con l’insegnante di storia dell’arte, perché dovremmo sopportare tutto questo? Perché noi siamo gli insegnanti e loro gli studenti. La possibilità di formarli sul piano educativo, dipende esclusivamente dalle nostre capacità di dialogo e dalla nostra responsabilità. Altrimenti Micol continuerà a chattare oltre il necessario, ignara della cena.

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