Filantropia
Perché lasciare vuota quella sedia
L'associazione che riunisce gli enti filantropici italiani, Assifero, nei propri incontri pubblici, terrà sempre libero un posto di relatore: una seduta vuota, per richiamare tutti alla responsabilità verso le generazioni future. Il segretario generale, Carola Carazzone, spiega perché
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arriva un momento nella vita di una persona come di un’organizzazione, in cui ci si rende conto che è necessario cambiare se stessi se si vuole cambiare il mondo. La trasformazione interiore può essere un lavoro impegnativo e incomodo, ma anche coinvolgente e appagante. Non è solo il “cosa” che conta in questo percorso, ma anche il “come” e il “perché”.
Il processo in sé conta. I processi, infatti, sono profondamente e intrinsecamente intrecciati con i risultati che miriamo a raggiungere e possono comprometterli dall’interno. Dopo decenni di narrazione dominata da Results Based Management – RBM (gestione basata sui risultati) nella programmazione, nel monitoraggio e nella valutazione, tale consapevolezza comporta parecchio da “disimparare”.
Il vissuto collettivo degli ultimi anni ha di fatto accelerato i processi di cambiamento in atto tra i donatori, ma anche tra ricercatori e attivisti e un numero crescente di persone e organizzazioni vuole intraprendere nuovi comportamenti, adottare nuove mentalità e modi di lavorare.
Abbracciare le sfide intersezionali
Di fronte alla complessità, all’incertezza e alla volatilità degli scenari di fronte a noi, oggi abbiamo l’opportunità di abbracciare le sfide intersezionali della nostra epoca in modi nuovi e dirompenti.
Tuttavia, se è vero che da un lato abbiamo a disposizione nuove opportunità e conoscenze e competenze, dall’altro scontiamo un duplice ostacolo: l’obsolescenza e inadeguatezza dei processi e degli strumenti a disposizione e la persistenza di barriere ideologiche e culturali.
Spesso barriere culturali e obsolescenza dei processi sono strettamente interrelati: solo attraverso una trasformazione culturale è possibile sviluppare nuovi processi e strumenti, o adeguare e trasformare quelli vecchi, per liberare tutto il potenziale innovativo di trasformazione sociale che il presente offre.
Mettere in discussione retaggi culturali e sfidare lo status quo conduce a una cornice più ampia che arriva a riguardare il sistema di potere: la differenza tra dominio e potere, tra concessione e diritto, tra esclusione e capabilities; tra patriarcato e generatività.
La condivisione del potere è un vettore fondamentale per modificare processi e dinamiche ma, per attuarla, è necessario un cambio di paradigma nel modo in cui misuriamo e valutiamo ciò che conta per le persone e il pianeta. Negli attuali sistemi politici, sociali ed economici dominanti che favoriscono guadagni a breve termine e soluzioni rapide a scapito del benessere e della prosperità planetaria e umana a lungo termine, condividere il potere con le generazioni più giovani e le generazioni future potrebbe essere uno dei modi per invertire lo status quo.
Per quanto riguarda la filantropia istituzionale, una delle caratteristiche uniche e distintive di essa – la sua capacità di impegnarsi a lungo termine – offre alle fondazioni ed enti filantropici un posizionamento unico per fare la differenza e assumere un ruolo guida nell’abbracciare un approccio intergenerazionale e di inclusione delle future generazioni nei processi decisionali e strategici.
Generazioni future e giovani generazioni di oggi
Nel 1998 ero una neolaureata in Giurisprudenza e vivevo a Jaen, nel nord del Perù, ai margini della regione amazzonica. Lavoravo nell’ufficio per i diritti umani di una ong e verso la fine del mio anno lì, ebbi l’opportunità di viaggiare per tre settimane con un team di medici all’interno della regione del fiume Maranon per visitare le popolazioni Awaruna e Wambiza in occasione del monitoraggio sanitario periodico. L’esperienza ha cambiato la mia vita in molti modi e in qualche maniera è sempre rimasta profondamente radicata in me.
Molte volte, negli ultimi tre anni, guardando il nostro pianeta bruciare, le disuguaglianze aumentare, la democrazia deteriorarsi, i volti delle persone Awaruna e Wambisa con cui ho avuto il privilegio di stare sono tornati a toccare la mia anima. È soprattutto l’idea – condivisa da molti popoli indigeni – che “la terra non è un’eredità ricevuta dai nostri padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli” che trovo dirompente rispetto ai paradigmi estrattivi che caratterizzano i nostri sistemi.
Ricordo che uno degli anziani del villaggio di Santa Maria de Nieva ci disse che in ogni decisione che prendiamo, dovremmo sempre ascoltare attentamente, prendere seriamente in considerazione e prenderci cura di almeno sette generazioni dopo di noi. Usò la parola “ascoltare attentamente” riguardo a persone non nate e io gli chiesi cosa intendesse e come concretamente si potesse fare. La sua risposta fu semplice: stabilendo un contatto profondo e spirituale con loro e, per non dimenticarcelo, lasciare un posto vuoto al tavolo dove vengono prese le decisioni.
Questa storia mi è tornata in mente nel maggio 2022 in una delle appassionate e profonde discussioni con i miei colleghi partecipanti al programma United Nations Executive Leadership Programme for Sustainable Development – Leading for Systems transformation, collegando nella mia mente la saggezza del leader Awaruna con il rapporto appena pubblicato da Philea – Philanthropy Europe Association chiamato Stories of transformation: child and youth participation in philanthropy.
La partecipazione dei giovani ai processi decisionali
Sono convinta che la partecipazione attiva, libera e significativa dei giovani ai processi decisionali delle nostre organizzazioni filantropiche sia uno dei modi più potenti per prendersi cura e tenere conto delle generazioni future.
Per realizzare l’Agenda 2030 attraverso un sistema multilaterale riformato, il Segretario generale delle Nazioni Unite ha pubblicato undici policy brief tra marzo e luglio 2023. I policy brief hanno lo scopo di proporre azioni concrete nell’ambito della agenda comune globale e costituire una base di discussione per gli Stati membri delle Nazioni Unite al vertice sugli Sdgs del 2023 e al vertice del Futuro nel 2024. Il primo policy brief, pubblicato il 9 marzo 2023, con il titolo Pensare e agire per le generazioni future, fornisce diverse raccomandazioni pratiche per garantire che la solidarietà intergenerazionale diventi la stella polare dello sviluppo sostenibile e del rinnovamento del sistema multilaterale.
Gli enti filantropici, con il posizionamento unico e distintivo che hanno nella società, possono svolgere un ruolo chiave di leadership nello sbloccare il potenziale che oggi risiede in Futures thinking e, grazie alla loro libertà e la capacità di azione, possono iniziare subito processi di coinvolgimento e partecipazione delle giovani generazioni nei processi decisionali.
Il potere di Philea e Assifero come attivatori di cambiamento
Il potenziale di Philea – Philanthropy Europe Association e Assifero va ben oltre la somma dei patrimoni, fondi di dotazione ed erogato dei loro membri.
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Grazie al loro posizionamento unico a livello nazionale e europeo possono riuscire a raggiungere non solo gli enti filantropici ma avere un’influenza diretta su centinaia di migliaia di beneficiari e partner, facilitando l’adozione di pratiche innovative e collegandole a influenti “attori di sistema”, inclusi governi, settore privato e media.
In una visione di cambiamento sistemico, siamo molto più che reti, associazioni di categoria e organizzazioni di supporto e infrastrutturazione; possiamo essere attivatori e agenti di cambiamento, sviluppatori, facilitatori, acceleratori e moltiplicatori di cambiamento sociale per un mondo più equo, democratico e sostenibile.
Noi siamo il cambiamento. Ne siamo parte e ne siamo protagonisti. Un’iniziativa come Future Chair di Assifero può innescare cambiamento mettendo in discussione e attivando la trasformazione interiore a livello individuale e organizzativo, alzando l’asticella della consapevolezza in modo che ogni organizzazione possa poi trovare, individualmente, le proprie soluzioni e metodi.
Carola Carazzone, segretario generale di Assifero e vicepresidente di Philea- Philanhtropy Europe Association.
La foto in apertura è di Andrew Shelley da Unsplash
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