Sostenibilità

Perché l’Italia non vuole il disarmo nucleare?

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di Redazione

Lettera aperta ai parlamentari italiani
Noi sottoscritti ci chiediamo quanti di voi condividano il voto che il governo ha espresso, a nome del popolo italiano, e quindi a nome vostro e nostro, all?Assemblea generale delle Nazioni Unite il 9 dicembre scorso, contro la mozione A/C.1/52/L.37 che chiede l?avvio, a partire dal 1998, di concrete trattative per il disarmo nucleare totale.
L?obbligo degli Stati di avviare immediatamente trattative per tale disarmo nucleare, sotto rigido controllo internazionale, è previsto dall?articolo VI del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (firmato dall?Italia) ed è riconfermato dal parere consultivo della Corte internazionale di Giustizia espresso l?8 luglio 1996. La Repubblica italiana avrebbe quindi dovuto, per quanto prescritto dalla sua Costituzione, adeguarsi al diritto internazionale riconosciuto.
La mozione L.37 è stata comunque approvata con 116 voti favorevoli, 24 astensioni e 26 voti contrari. Contro le trattative per il disarmo nucleare hanno votato le potenze nucleari e l?Italia.
Hanno votato a favore, fra gli altri, la Svezia, l?Irlanda, la Nuova Zelanda, il Sud Africa, la Cina e San Marino; Austria, Australia, Danimarca, Finlandia, Giappone, Liechtenstein, Norvegia e Portogallo si sono almeno astenuti.
Noi sottoscritti chiediamo agli elettori di sollecitare i parlamentari da loro eletti perché venga impressa alla politica estera italiana una svolta a favore del disarmo nucleare, nel nome della sopravvivenza della nostra e delle future generazioni, minacciate dall?esistenza negli arsenali del mondo, e anche in Italia, di armi nucleari aventi complessivamente una potenza distruttiva alcune decine di volte superiore a quella in grado di eliminare la vita da tutto il pianeta.

Giorgio Nebbia
E-mail: g.nebbia@agora.stm.it

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