Politica

Perchè il mondo ha ancora fame/3. Cos’è la sicurezza alimentare

Il diritto al piatto L’alimentazione è anche un principio giuridico stabilito dall’Onu nel 1948. Intervista a Roberto Papini

di Francesco Agresti

Sicurezza alimentare: un concetto che ha una lunga storia, ma una debole applicazione. Se ne parlò per la prima volta nella dichiarazione dei Diritti dell?uomo, del 1948. Si affermava così il diritto di tutti all?alimentazione . Ma da quella data l?affermazione, anche giuridica, di questo diritto ha avuto un cammino molto, molto tormentato. Ne sa qualcosa Roberto Papini, professore di Scienza della politica alla Lumsa e segretario generale dell?Istituto Maritain, uno dei massimi esperti sull?argomento. Vita:Perché è così difficile riconoscere un diritto elementare come quello alla sicurezza alimentare? Roberto Papini: Il problema non è tanto riconoscerlo, quanto applicarlo. In occasione del terzo vertice della Fao, nel 1996, ci fu uno scontro tra chi era a favore e chi contro a una maggiore esplicitazione del diritto alla sicurezza all?alimentazione. Era stato proposta l?elaborazione di un codice di condotta che esprimesse i diritti e le modalità di attuazione. Questa discussione portò a inserire nel Piano di azione della Dichiarazione di Roma la richiesta alla Fao e alla Commissione dei diritti umani dell?Onu di Ginevra, di elaborare delle linee guida per esplicitare le modalità per assicurare la sicurezza alimentare. Un anno più tardi, tre ong, la Fian tedesca, la Wanahr norvegese e l?Istituto internazionale Jacques Maritain, insieme con un gruppo di giuristi, elaborarono un Codice di condotta. Due anni fa, la Commissione dei diritti umani ha elaborato il General Comment n. 12, il primo documento giuridico che precisa questo diritto. Vita: Ci sono stati casi in cui giuridicamente si è andati oltre un riconoscimento di principio? Papini:Cinque anni fa in Svizzera, e lo scorso anno in India, le Corti supreme hanno riconosciuto il diritto alla sicurezza alimentare: nel primo caso, la questione venne sollevata da un gruppo di immigrati privi di mezzi di sostentamento. In entrambi i casi venne riconosciuta la giustiziabilità del diritto all?alimentazione che, solitamente, è considerato un diritto «programmatico» come quello sancito dalla nostra costituzione a proposito del lavoro. Ma il riconoscimento della giustiziabilità non è sufficiente, si rischia di creare un gran confusione se non viene definito chi deve garantirlo. Vita: Allora cosa ci si può attendere dal quarto vertice Fao? Papini: Si scontreranno due posizioni: quella di chi sostiene che bisogna riaffermare ed esplicitare un Codice di condotta e quella di coloro che ritengono che il problema dell?alimentazione potrà essere risolto garantendo un maggiore accesso ai mercati. Entrambe le posizioni riconoscono la gravità del problema, ma le soluzioni proposte sono lo specchio di un diverso approccio culturale e politico. Vita: è la mancanza di una governance mondiale a tenere nella fame 800 milioni di persone? Papini: Il mondo non è organizzato, da qui nascono tutti gli altri problemi. L?assemblea dell?Onu non ha poteri che invece sono conferiti al Consiglio di sicurezza composto dagli Stati che hanno vinto la Seconda guerra mondiale e che si trovano oggi a decidere su questioni che nemmeno potevano essere immaginate 50 anni fa. Per questo è importante il progetto di revisione del Consiglio di sicurezza. Ce ne vorrebbe uno per lo sviluppo, un altro per l?ambiente, un altro per il terrore, e così via. Poi al problema del cibo si è aggiunto quello dell?acqua. Al Wto si discute il prezzo dell?acqua, tra un po? arriveremo a discutere anche del prezzo dell?ossigeno…


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA