Gran Bretagna

L’illegittimità dell’Illegal Migration Bill spiegata in 3 punti 

«La legge rende impossibile fare domanda d’asilo per chi arriva illegalmente nel Regno Unito», spiega Gianfranco Schiavone dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione - Asgi. «Ciò significa che alla stragrande maggioranza dei migranti sarà negato un diritto fondamentale. Una legge totalizzante che non fa distinzioni neanche per i minori»

di Anna Spena

Arrivo di migranti sulle coste Inglesi. Credit Foto: LaPresse

Passa la legge di Rishi Sunak sull’immigrazione illegale: chiunque arrivi nel Regno Unito con rotte illegali sarà fermato ed espulso. Ora manca solo la firma del re Carlo III per approvare la legge, ma l’Illegal Migration Bill è illegittimo.

Lo spiega in tre punti Gianfranco Schiavone, dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione – Asgi. Intanto una nave a tre piani da 222 stanze, la Bibby Stockholm, è attraccata al porto di Dorset per trasformarsi nei prossimi 18 mesi nella “casa” di 500 uomini che stanno facendo domanda di asilo.

Diventa impossibile presentare una domanda d’asilo nel Regno Unito

Il problema fondamentale della legge è che rende praticamente impossibile presentare una domanda d’asilo nel Regno Unito. E quindi non si potrà più godere di tale diritto nel Paese perché la maggioranza dei migranti che arrivano lo fa, necessariamente, in maniera irregolare.

Tutti i richiedenti asilo cui si impedisce di formalizzare la domanda verrebbero subito rinchiusi e poi deportati in un Paese Terzo, in questo caso il Ruanda. Faccio un esempio concreto per spiegare l’aspetto paradossale che si viene a creare: è come se venisse sancito il diritto ad andare a scuola però poi è possibile rifiutare tutte le iscrizioni. Sarebbe evidentemente un diritto non esigibile, un diritto dichiarato ma non reale.

La legge vale per tutti, anche i minori 

Tutti i migranti, dai minori a chi ha subito violenze, saranno colpiti da questa nuova legge. Quindi deportati in un Paese Terzo. “La nuova legislazione”, come ha riportato il Commissario dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi: “erode in modo significativo il quadro giuridico che ha protetto così tanti, esponendo i rifugiati a gravi rischi in violazione del diritto internazionale”. 

Nessuno può provare che il Paese Terzo in cui saranno deportati i migranti rispetterà il diritto d’asilo 

I richiedenti asilo che verranno deportati in Ruanda non hanno alcun legame con questo Paese che semplicemente si presta, dietro un sostanzioso pagamento, a fare da Paese di confinamento per i rifugiati che la Gran Bretagna non vuole.

Non esiste alcuna certezza che assicurerà realmente a tali deportati l’accesso effettivo allo status di protezione previsto dalla Convenzione di Ginevra e non li espellerà a sua volta, magari dopo un certo periodo di tempo, verso Paesi nei quali la loro vita e sicurezza è minacciata.

La Corte d’Appello di Londra aveva già bocciato il piano del Governo inglese proprio in virtù di questa questione evidenziando il rischio di violazione dell’art.3 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo. La legge però è stata ripresentata con un piano che pare identico. Il Ruanda non può garantire il pieno rispetto dei diritti dei rifugiati e in generale e non può garantire il rispetto della Convenzione di Ginevra. 


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