“Perchè” fare impresa..

di Paolo Venturi

Un recente rapporto di Mediobanca concludeva la sua analisi affermando che fare impresa in Italia non conviene: troppi rischi e oneri a fronte di una prospettiva di rendimento inferiore a quella derivante da investimenti in BTP. Fare impresa non è un buon affare in Italia e questo oggi è un problema su cui occorre lavorare seriamente (infatti pochi ne parlano). Ben Bernanke in un suo recente discorso, rivolgendosi agli economisti,  coglie il cuore del problema: “Pensando a nuove direzioni delle misurazioni economiche, potremmo iniziare ricordandoci della finalità della scienza economica. I libri di testo descrivono la scienza economica come lo studio dell’allocazione delle risorse scarse. Questa definizione potrebbe effettivamente essere il “cosa”, ma sicuramente non il “perché”. Il fine ultimo della scienza economica è, naturalmente, capire e promuovere il perchè ossia  l’aumento del benessere……”

Se non rispondiamo anche noi al “perché fare impresa” ma ci soffermiamo solo sul “cosa e sul come” non siamo in grado di dare ossigeno e motivazioni a chi rischia.

Richard Cantilloneconomista francese, nel 1730 definì per primo l’imprenditore “entrepreneur”,  descrivendone le 3 caratteristiche fondamentali:

1 l’imprenditore è un innovatore (non un imitatore)

l’imprenditore non è avverso al rischio (ama il rischio, calcolandolo)

l’imprenditore possiede “ars combinatoria” ossia la naturale capacità di combinare fattori e strumenti diversi; come un maestro d’orchestra.

“The last but not least” l’imprenditore produce valore che può essere di due tipi: Valore economico (imprenditore for profit), Valore sociale (imprenditore sociale)

È illusorio, quindi,  pensare di sostenere l’impresa proponendo solo ricette a base di incentivi economici e/o fiscali (quanto mai indispensabili ma non risolutivi) occorre ripartire dalla definizione di imprenditore e ricostruire le condizioni affinché un imprenditore possa rispondere  positivamente al ” perché ” è bello fare impresa.

Politiche per l’Innovazione e costruzione di un ecosistema che alimenti l’Innovazione in maniera permanente – Reti d’impresa, partnership e costruzione di strategie di territorio – Semplificazioni amministrative e servizi a supporto delle start up – Collegare e incentivare le Università a proporre percorsi  di imprenditorialità e non solo di managerialità…

Questo non costa nulla,  ma Cantillon lo apprezzerebbe molto di più di un abbassamento del Irap..

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