VITA30, i book

Perché dono? La risposta in un’indagine di VITA

L'indagine giornalistica "Perché dono", presentata a Milano in occasione della festa per i 30 anni di VITA, è scaricabile gratuitamente sul sito. In un book digitale, uno strumento nuovo per leggere il fenomeno del giving e coglierne il senso più profondo

di Redazione

Un italiano su due nel 2023 ha fatto almeno una donazione a un’organizzazione non profit. Grazie alle analisi statistiche e demoscopiche (tra queste l’Italy Giving Report che ogni anno mettiamo a disposizione dei nostri lettori sul magazine), conosciamo l’entità delle donazioni e anche gli importi. Quello che non sappiamo, o meglio non sapevamo, è perché un italiano su due è un donatore. Da oggi, la risposta è qui, sul sito di VITA. La trovate in un book digitale frutto di un’indagine giornalistica, uno strumento nuovo per leggere il fenomeno del giving e coglierne il senso più profondo. Si chiama Perché dono ed è stata presentata questa mattina alla Fabbrica del Vapore di Milano in occasione della festa per i 30 anni di VITA. Grazie al supporto di NP Solutions e Società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo è scaricabile gratuitamente.

La copertina del book digitale.


Il punto di partenza

«Questa indagine giornalistica ha un giorno di nascita preciso: il 15 novembre 2023, data di un incontro fra le organizzazioni del Comitato editoriale», scrive nella prefazione al libro il direttore Stefano Arduini. «I rappresentanti di Fondazione Telethon, proposero al resto del Comitato di lanciare una sfida a VITA: una pubblicazione che raccontasse con un linguaggio diretto e divulgativo cosa spinge una persona a donare, a continuare a donare o a smettere di farlo».

Sfida accettata. Il risultato è un racconto corale. Dentro ci sono le voci di 50 persone reali, donatori fedeli da almeno un anno per una cifra a partire da 10 euro al mese. Sono donatrici e donatori di 26 importanti sigle non profit italiane: suddivisi equamente tra maschi e femmine, hanno tra i 20 e gli 80 anni, uno di loro addirittura li supera, professionalità e interessi diversi, provenienze da tutto lo Stivale. Le loro voci sono l’essenza di tutto il libro.

Il metodo

Dalle associazioni arrivava una domanda: cosa c’è nella testa e nel cuore del donatore? Si trattava di decidere come offrire una risposta che fosse la più fedele possibile. E dato che ognuno di noi è un mondo difficilmente standardizzabile (anche quando si tratta di propensione al dono), abbiamo scelto la strada dell’intervista one to one. Non un questionario puro, domanda-risposta secca, ma un incontro di almeno mezz’ora che potesse andare in profondità. E qui sta forse uno degli aspetti che ha reso originale l’indagine che ne è scaturita.

Abbiamo preparato una griglia di domande chiave su cui poggiare il dialogo con ogni singolo donatore (alcune di queste sono state pensate insieme alle organizzazioni che si sono messe in gioco). Perché hai iniziato a donare? Cosa ti porterebbe a donare di più? Cosa invece ti farebbe decidere di interrompere il flusso? Donare ti fa sentire utile?

Tre capitoli, una sola direzione

Una volta effettuate, abbiamo filtrato le interviste per poterle riportare in modo aggregato. È nato così il primo capitolo, che si muove tra le parole dei donatori attraverso tre grandi filtri: perché si dona, perché si continua a farlo nel tempo, perché spesso un donatore è anche volontario.

Il capitolo 2 è uno zoom di grande precisione su 10 donatori scelti non per l’entità della donazione ma per la storia che hanno raccontato. È proprio qui che il metodo dell’intervista profonda apre scenari interessanti, perché ognuno, con la sua sensibilità, le sue motivazioni, porta un racconto in cui il lettore possa riconoscersi.

Ai cinquanta donatori, abbiamo infine chiesto uno sforzo in più: consegnarci la loro personalissima definizione di un verbo regolare dai significati molteplici, donare. Le loro risposte costituiscono il terzo capitolo: un vero e proprio glossario dell’altruismo. Ci sono parole che ritornano e altre che mancano. Tutte guardano nella stessa direzione.

Dieci storie tra ragione e sentimento

Le dieci storie su cui abbiamo acceso una luce risuoneranno nei fundraiser e in ogni singolo lettore. Come in ogni relazione, l’ascolto non è mai un atto passivo: dentro ci sono l’empatia e il vissuto personale, in questo caso i percorsi di donazione o il sistema valoriale di chi si mette in ascolto.

Tra queste dieci persone, ci sono donatori e beneficiari insieme, giovani “figli d’arte” che hanno raccolto l’eredità di un nonno che non c’è più e proseguono il loro impegno per una causa, persone che credono nella ricerca e altre che sono state in grado di trasformare il dolore in un atto generativo. Le donatrici e i donatori non vogliono cambiare il mondo, lo vogliono riparare, ognuno con il proprio piccolo o grande contributo. Leggerli ha un effetto contagioso. Regalano un’incredibile voglia di donare.

Nessuno ti regala niente, noi sì

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