Non profit

Perché Cgil e Cisl difendono le slot machine?

Mentre le segreterie nazionali firmano appelli contro l'azzardo, sui territori Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs difendono le slot machine con l'alibi di "tutelare i posti di lavoro". Siamo al collasso dei corpi intermedi

di Marco Dotti

«Which side are you on?», recita il ritornello di una canzone di Florence Reece, una delle più celebri del sindacato americano. «Which side are you on?», da che parte stai?, è la domanda che in tanti vorrebbero porre ai vertici della CGIL, della UIL e della CISL.

Le confederazioni sindacali hanno firmato appelli contro l'azzardo. L'ultimo quello di Mettiamoci in gioco, in fase pre elettorale. Molti iscritti del sindacato sono sinceramente impegnati nella lotta contro l'azzardo. Molti dirigenti non si tirano indietro. Ma qualcosa non va nella macchina, se il volante va da un lato e lo sterzo, di fatto, dall'altro.

Accade in questi giorni in Emilia Romagna, nelle settimane scorse è successo in Puglia, sta per accadere in Piemonte: rappresentanti e bandiere di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sfilano accanto ai portatori di interesse del comparto dell'azzardo legale per chiedere l'abrogazione delle norme regionali di contrasto al fenomeno.

Le norme regionali no slot sono sotto assedio là dove prevedono rispetto di misure efficaci nel contrasto all'azzardo predatorio: distanze da luoghi sensibili come scuole e ospedali e limitazioni orarie. Finché ci si limitava alle parole, era facile dichiararsi contro l'azzardo. Quando si è dovuti passare ai fatti, molti si sono defilati o hanno preferito guardare altrove,

Ma dove le norme di lotta all'azzardo di massa stanno dispiegando la propria efficacia, ovvero sui territori, si è costituito un cartello che vede i portatori di interessi prendere d'assedio le istituzioni. Soprattutto in Emilia Romagna, dove nel 2019 si andrà ad elezioni, l'assalto è alla diligenza. Non capiamo cosa c'entri il sindacato in tutto questo.

Singolare, poi, l'affermazione del segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini che su Conquiste del lavoro parla addirittura di «legalità e buona occupazione» nel settore dell'azzardo. I sindacati hanno addirittura lanciato una campagna, "La regola del gioco", che lascia intendere che queste sui territori a presidio dello status quo non siano iniziative estemporanee. E proprio per questo, balza all'occhio la contraddizione con quanto lo stesso sindacato di Guarini afferma qui sotto:

Che cosa c'entrano, allora, i corpi intemedi con i capannelli sotto le sedi regionali dei produttori di slot machine? Perché sui loro organi di comunicazione Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs parlano di «150mila posti di lavoro a rischio nel comparto giochi» (leggi: azzardo)? Dove hanno preso quei dati i sindacalisti? Saremmo curiosi di conoscere la fonte.
Altra questione: sui territori dell'Emilia Romagna i sindacati stanno avendo accesso a risorse regionali per attività di "prevenzione e contrasto" dell'azzardo? Così fosse, sarebbe un altro cortocircuito non da poco.

Ma soprattutto una domanda resta sul tavolo: che cosa pensano i vertici nazionali di CGIL e CISL e UIL di questo fervore pro-slot? Non sentono, come noi, un disagio profondo nel vedere le loro bandiere in manifestazioni di quel genere? Sono d'accordo? Sono stati informati? Sono parte attiva in queste iniziative? Tante domande che si racchiudono in una sola, grande questione: «which side are you on?». Da che parte state? Una risposta chiara andrebbe data, per il bene di tutti.

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