Comunicare in emergenza
Perché anche il soccorso sia inclusivo
Al Meeting dei Giovani delle Pubbliche assistenze - Anpas presentato uno strumento illustrato e multisensoriale, un Quaderno, per persone con specifiche disabilità
di Alessio Nisi
Si sono dati appuntamento a Roma, da tutta Italia i giovani delle Pubbliche assistenze. È stato dal 15 al 17 settembre, peri il Meeting dei Giovani Anpas. Sono stati tre giorni di confronto, tra coffe break al buio, esercitazioni pratiche per imparare l’approccio a persone con sordocecità, passeggiate inclusive universali e mappe concettuali dell’inclusione insieme a Fondazione Tetrabondi e Lega del filo d’oro.
Al termine della tre giorni è stato anche presentato il Quaderno del Soccorso Inclusivo: uno strumento illustrato e multisensoriale pensato per comunicare in emergenza con persone con specifiche disabilità. Queste tavole illustrate sono state pensate e sviluppate nell’ambito del progetto “Fast – Acceleriamo il Cambiamento”, con l’obiettivo di fornire ai volontari e alle volontarie Anpas uno strumento utile per comunicare con persone che hanno difficoltà a comprendere il linguaggio verbale, come ad esempio persone con disturbi dello spettro autistico, persone ipovedenti o persone con disabilità uditiva e anche per i bambini.
In apertura dei lavori, Alessandro Lombardi, Direzione Generale del Terzo Settore e della responsabilità sociale delle imprese del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha sottolineato come Anpas abbia colto i valori della riforma del Terzo Settore e si sia proposta. «Di fronte al cambiamento», sottolinea, «Anpas ha accettato la sfida per porre le basi per il futuro. Si è messa in gioco nella prospettiva di dare un servizio agli enti che fanno parte della loro rete». Per Lombardi, «di fronte alla riforma del terzo settore dobbiamo guardare al passato con radici solide e avere una prospettiva lungimirante e in questo il vostro investimento sulle giovani generazioni è fondamentale».
Mettere a sistema le competenze del volontariato
Secondo Niccolò Mancini, presidente di Anpas, il Meeting dei Giovani è uno dei momenti, per il movimento, «per renderci leggibili e renderci appetibili dall’esterno» Il presidente di Anpas ha poi sottolineato la necessità del riconoscimento delle tante competenze che si maturano nel volontariato dal lato istituzionale e l’importanza che siano messi «a sistema», i valori, la voglia e il desiderio di partecipare del singolo. Rivolto ai ragazzi e alle ragazze provenienti da tutta Italia Niccolò Mancini ha poi rimarcato poi come qui ragazzi rappresentino «un’idea di stare al mondo, non solo di fare cose, ma anche un’idea di società inclusiva, che permette a tutti di avere il proprio spazio». Ha ricordato inoltre: «Il prossimo anno Anpas compirà 120 anni: l’invito non è solo a partecipare, ma anche a farvi co-organizzatori facendo capire l’importanza di partecipare».
Parola d’ordine, ribaltamento
Tra i partner dell’iniziativa anche Fondazione Tetrabondi, che ha proposto, tra le altre attività, una passeggiata inclusiva universale. «La parola d’ordine è “ribaltamento”, soprattutto del concetto di fragilità. Dobbiamo pensare alla persona e non alla sua disabilità», ha spiegato Valentina Perniciaro. «Portate a casa la mescolanza e che il vostro intervento non deve essere solo di assistenza ma uno scambio reciproco di bisogni e competenze».
Portate a casa l’unicità
La Lega del Filo d’oro ha invece proposto un percorso, pratico e teorico, per accompagnare la persona con sordociecità «Portate a casa l’aggettivo unicità», sottolinea l’associazione, «ognuno è unico perché non deve essere inserito in una categoria che porta ai pregiudizi che ci fanno pensare alla persona che ha una disabilità come una persona necessariamente fragile. Non è vero: quella persona ha delle fragilità, ma sono anche persone che hanno una forza interna incredibile che viene spesso prevenute nelle loro azioni. La comunicazione è fatta di sfumature, non solo di aggettivi codificati. É fatta di vicinanza e contatto. C’è necessità di dare tempo, anche in emergenza: non perdiamo di vista chi dobbiamo aiutare».
Offrire assistenza, ascoltando i bisogni
Stefano Zanut, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ha spiegato la relazione tra soccorritore e persone con specifiche necesssità. «Il soccorritore», chiarisce, «diventa professionista quando sa gestire le risorse e spesso la risorsa è la persona. Bisogna offrire assistenza ascoltando i bisogni. In emergenza se c’è la possibilità di farsi aiutare dai familiari con un approccio mediato da loro. Non cercate subito di contenere la persone fisicamente, ma mettersi di fronte alla sua traiettoria visiva, porgere la mano, aspettando che sia la persona ad afferrarla. Spiegate bene la situazione in modo semplice».
In apertura e nel testo foto dal Meeting dei Giovani Anpas, per gentile concessione di Comunicazione Anpas Nazionale
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