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Perché abbiamo bisogno dei Corpi civili di pace europei

Il Mean - Movimento Europeo di Azione Nonviolenta e Pontificia Università Antonianum propongono due giorni di confronto aperto al pubblico per promuovere i Corpi Civili di Pace e la Nonviolenza attiva e discutere del futuro della "Costruzione della pace in Europa. Da Sarajevo a Kiev". Qui la lettera inviata da Edi Rabini, amico di Alex Langer tra i promotori e animatori della Fondazione Alexander Langer, nata nel 1999 a Bolzano. «Alexander Langer», scrive Rabini, «negli ultimi tempi della sua vita, aveva dedicato il massimo delle sue energie nell'illustrare l'importanza dei Corpi civili di Pace europei»

di Edi Rabini

"Cari amici", si legge nella lettera di Edi Rabini, "impegni personali non mi consentono purtroppo di essere con voi all'incontro al quale Marianella Sclavi (portavoce del Mean ndr) a nome di Mean mi ha gentilmente invitato. Mi spiace e me ne scuso. Seguo la vostra iniziativa da singolo cittadino, avendo rinunciato ad ogni incarico formale nella Fondazione.

Alexander Langer negli ultimi tempi della sua vita, aveva dedicato il massimo delle sue energie nell'illustrare l'importanza dei Corpi civili Europei di Pace, per una gestione costruttiva dei conflitti, e nel cercare di far istituire a Bruxelles la figura degli Operatori di Pace, obiettivo che il Gruppo Verde al Parlamento Europeo ha poi coltivato a lungo fino al suo riconoscimento istituzionale, che purtroppo ancor oggi attende una più piena implementazione sia a livello europeo che in Italia.

Dopo l'attentato alle Torri Gemelle nel 2001, come Fondazione Langer a Bolzano accettammo l'invito di un funzionario della Provincia Autonoma che si occupava di corsi professionali, Salvatore Saltarelli, a promuovere un corso professionale, poi divenuto Master, per Operatrici e Operatori di pace, che ha coinvolto anche alcune altre Regioni italiane e diversi interlocutori europei, arrivando ad un passo dal riconoscimento istituzionale di questa figura professionale, così come era già avvenuto per quella di mediatore/mediatrice Interculturale. Ne parlo anche a voi perché credo sia una iniziativa purtroppo interrotta da riprendere.

Il corso aveva una durata annuale e si svolgeva nei fine settimana per consentire la partecipazione anche a persone adulte che vedevano nelle competenze così acquisite la possibilità sia di valorizzare la loro professione che di dare nuovo impulso alla costruzione di comunità in territori martoriati, come già previsto in linea di massima anche dalla legislazione italiana.

Per la partecipazione al corso non c'erano limiti di età. Aveva in programma una settimana di formazione sull'interazione con le istituzioni militari in caso di co-presenza in zone con conflitti in corso. Prevedeva due mesi di stage in un luogo scelto liberamente dai partecipanti. Ne vennero amicizie e presenze rimaste nel tempo. Tra queste quelle con Irfanka Pasagic, che da poco ci ha lasciati, fondatrice e animatrice di "Tuzlanska Amica" , un' associazione che non ha mai smesso di occuparsi degli orfani e profughi di Srebrenica. Nelle sue ultime lettere Irfanka esprimeva la sua proccupazione per i nessi fra l'aggressione in Ucraina e i continui atti di crescente arroganza della Repubblica Srspka, spalleggiata dalla Serbia e dalla Federazione Russa.

Col Progetto "Adopt Srebrenica" abbiamo a lungo lavorato e riflettuto, come Fondazione Langer, sul fatto che non è possibile intervenire in zone di conflitto, con pericoli di escalation, senza l'appoggio di una forza armata in grado di bloccare coloro che hanno interesse a continuare a sparare.

Questa scelta non è stata condivisa da una parte dei movimenti pacifisti italiani che si erano invece orientati a proporre l'integrazione del progetto dei "Corpi civili europei di pace" all'interno del "Servizio civile all'estero" limitando così l'adesione ai soli giovani di età inferiore ai 28 anni, con una formazione e una durata evidentemente inadeguata all'ambizioso obiettivo originario. Nel sito della Fondazione Langer si trova ancora il "prezioso giacimento" di documentazione di questa iniziativa. Non posso che rallegrarmi e augurarmi che essa venga ora da voi ripresa, a partire dal solido ancoraggio con un' Ucraina vittima di una feroce aggressione".

Nella foto di apertura Gianni Scotto, docente universitario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all'università di Firenze, durante il suo intervento; Riccardo Bonacina, tra i promotori e portavoce del Mean

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