Welfare

Per vivere in autonomia bastano “Le chiavi di casa”

Bilancio a cinque anni dal varo di un progetto che a Vicenza ha permesso a decine di persone disabili di vivere nuove soluzioni residenziali senza dipendere dalla famiglia di origine. Una formula efficace resa possibile dalla cooperazione tra terzo settore, fondazioni, sanità ed enti locali

di Gabriella Meroni

La provincia di Vicenza laboratorio di nuovi modelli di welfare, un welfare “comunitario” che si è esplicitato negli ultimi anni con un progetto innovativo rivolto alla disabilità: si tratta del progetto Le chiavi di Casa, che offre nuove opportunità residenziali alle persone adulte con disabilità e risponde alle preoccupazioni di tante famiglie che si chiedevano “che futuro aspetta mio figlio disabile?”.  
Basato su un lavoro di rete fra istituzioni, cooperative sociali, associazioni, fondazioni bancarie e territorio, ha ottenuto in cinque anni importanti risultati: sono stati avviati quattro nuovi appartamenti (nella foto, l'inaugurazione) dove 16 disabili vivono come in famiglia, sperimentando le loro capacità di gestirsi quotidianamente in parziale autonomia; è sorta una casa alloggio dove 13 persone con disabilità più gravi vivono in due nuclei distinti in un contesto familiare; sono stati aperti alcuni appartamenti protetti, dove alcune persone, sempre con disabilità, vivono grazie all’accompagnamento a domicilio da parte degli operatori; è partito a Breganze un esperimento che consente a ragazzi disabili più giovani di sperimentarsi nel weekend lontano da casa, imparando a gestirsi e preparandosi così per una vita autonoma futura; e, infine, è attivo uno sportello dove le famiglie possono incontrare notai, avvocati e commercialisti che gratuitamente li guidano alla ricerca di soluzioni, come il Trust, per tutelare attraverso il patrimonio il futuro dei propri figli. 
"Le chiavi di casa" è stato reso possibile dagli operatori di tante cooperative sociali e associazioni attive sul territorio, che si sono messe in rete e assieme a Fondazione di Comunità Vicentina, Ulss e enti locali hanno creato – grazie alla fiducia e al sostegno economico della Fondazione Cariverona – i presupposti per far partire risposte residenziali innovative, perché differenziate a seconda del grado di disabilità.“In questo percorso cooperative sociali, associazioni, istituzioni pubbliche e fondazioni bancarie", spiega il coordinatore del progetto, Franco Balzi, "hanno sviluppato una sperimentazione importante, attraverso un metodo di lavoro innovativo che trova spazio all’interno della riflessione generale che si sta sviluppando nel nostro Paese sul nuovo modello di Welfare”. La sfida per il futuro è consolidare il progetto e i suoi servizi, perché possano presto proseguire in autonomia.
Per altre info clicca qui o vedi un video sul progetto 
 

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