Leggi

Per una procreazione consapevole

Aiuto ai programmi demografici nei paesi in via di sviluppo

di Monica Salvatore

Di fronte a dati e a proiezioni a dir poco catastrofici, ma ampiamente convalidati dalla conferenza del Cairo del 1994 sulla popolazione e lo sviluppo, si intensificano le iniziative della comunità internazionale volte a porre un freno al vertiginoso tasso di crescita demografico dei paesi del Terzo mondo. E anche l?Unione europea fa la sua parte.

Un nuovo programma quinquennale di aiuti comunitari stanzia 35 milioni di ecu (più di 66 miliardi di lire) per il cofinanziamento di azioni a sostegno delle politiche demografiche dei paesi in via di sviluppo.

Rivolgendosi ad amministrazioni pubbliche, organizzazioni internazionali ma soprattutto a organizzazioni non governative e a operatori privati degli Stati membri e dei paesi terzi, Bruxelles sosterrà la realizzazione da parte di tali soggetti di progetti che favoriscano la procreazione consapevole, con particolari programmi di informazione mirati alle donne.

Sono previsti anche interventi di diverso genere. Tra l?altro, la creazione e lo sviluppo di strutture di assistenza sociosanitaria, la realizzazione di iniziative di formazione, l?organizzazione di campagne di informazione e di sensibilizzazione.

Synergy, a caccia di nuove energie

In scadenza i termini per partecipare al programma Synergy

Scade il 31 ottobre il termine per la presentazione dei progetti e delle relative domande di finanziamento nel quadro di Synergy, il programma comunitario adottato ad aprile scorso dalla Commissione europea a sostegno della cooperazione internazionale tra paesi Ue e paesi terzi per l?elaborazione e l?attuazione di politiche energetiche comuni.

L?iniziativa si rivolge, tra gli altri soggetti, alle organizzazioni internazionali e agli enti specializzati nel settore energetico, alle comunità locali, alle amministrazioni nazionali, alle commissioni per l?energia, alle organizzazioni non governative.

I progetti finanziabili potranno riguardare le attività più diverse: dalla realizzazione di studi, ricerche e incontri in comune, per esempio, alla progettazione e attuazione di iniziative operative in materia di sicurezza o di tutela ambientale.

Il contributo comunitario coprirà – fino a un tetto di 300 mila Ecu (intorno ai 570 milioni di lire) per ciascuna iniziativa – solo una parte delle spese (al massimo il 60 per cento), restando come di consueto a carico dei proponenti il finanziamento del resto.

L?indirizzo per l?invio delle domande, ma anche per la richiesta di ulteriori informazioni è: Programma Synergy, Commissione europea, direzione generale dell?Energia, direzione A, Unità A4, Bettina Braun, Rue de la Loi 200, B-1049 Bruxelles.

Giuda per capire la nuova Europa

Vademecum sul Trattato di Amsterdam

Se sul Trattato di Amsterdam firmato il 17 giugno scorso dai capi di Stato e di governo dei quindici paesi dell?Unione europea avete le idee poco chiare e vorreste saperne di più, o se addirittura non ne avete mai sentito parlare e volete conoscerne le linee guida, non è troppo tardi e a Bruxelles c?è quello che fa per voi.
Si tratta della guida al nuovo Trattato, appena pubblicata dall?Ufficio delle pubblicazioni ufficiali dell?Unione europea.
Il vademecum è di semplice e rapida lettura e illustra le maggiori novità del Trattato di Amsterdam che integra e modifica il testo del noto accordo firmato a Maastricht nel 1991 con gli obiettivi di: rafforzare i diritti dei cittadini e la sicurezza all?interno del territorio comunitario, dare maggiore voce all?Unione sul piano internazionale rendere più efficienti le istituzioni dell?Unione in vista di un allargamento a nuovi paesi.

La Guida al trattato è disponibile gratuitamente presso gli uffici per l?Italia della Commissione e del Parlamento europeo a Roma e a Milano.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.