Cultura
Per un turismo più consapevole: nuovo appello del Papa
Giovanni Paolo II ha invitato a un nuovo modo di fare turismo
No ai paradisi artificiali, sì all’incontro vero con popoli e culture. Giovanni Paolo II ha rincarato la dose, ieri, invitando a un nuovo modo di fare turismo e a fare attenzione a “quelle singolari offerte turistiche di ‘paradisi artificiali’, dove si sfruttano, a scopi meramente commerciali, popolazioni e culture locali a beneficio di un turismo che, in certi casi, non rispetta nemmeno i più elementari diritti della gente del luogo”.
Un invito, quello del Papa, già espresso negli “Orientamenti per la pastorale del turismo” e che già l’anno scorso ha sollevato un polverone nel mondo dell’industria turistica.
Un’associazione strana, quella che ha fatto ieri Giovanni Paolo II, parlando di turismo e immigrazione di fronte all’ assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.
Da una parte il Papa ha invitato un nuovo modo di fare turismo, che concepisca il viaggio come occasione di incontro autentico con le persone e le civiltà con le quali si viene a contatto. Dall’altra parte ha rivolto un pensiero “ai molti emigranti che solcano mari e oceani in cerca di migliori condizioni di vita e non di rado scoprono amare realtà, ben diverse da quelle propagandate dai mezzi di comunicazione”. A queste persone, ha raccomandato il Papa, “è importante non far mancare un’accoglienza fraterna e un’adeguata assistenza religiosa, così che si sentano compresi nei loro problemi e ben accolti in società che rispettano la loro identità culturale. Gli stessi clandestini, che rischiano a bordo di navigli di fortuna, non devono essere abbandonati a se stessi”.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.