Non profit

Per un nuovo Welfare. Un Libro Bianco ancora da scrivere

Sestini: conoscere il Libro bianco per discuterlo (di Grazia Sestini). Ed un articolo di Benedetta Verrini.

di Redazione

Il Libro Bianco sul Welfare intende ripensare completamente le politiche sociali. Il documento disegna il passaggio dal Welfare State alla cosiddetta Welfare Society, una società dinamica e solidale, in cui Stato, mercato e privato sociale (volontariato, associazionismo, Terzo settore) operano, con pari dignità, in un clima di concorrenza virtuosa e in applicazione del principio di sussidiarietà, per dare risposte ai bisogni emergenti e alla domanda di assistenza. è quantomai opportuno dunque che Vita, settimanale dedicato al non profit, assuma il compito di veicolare il Libro Bianco, in un mondo destinato a diventare uno dei grandi protagonisti del Welfare del futuro. E mi auguro che, grazie a Vita, la diffusione del documento ci consenta di allargare il confronto e di coinvolgere nel dibattito sul futuro delle politiche sociali il maggior numero di soggetti. Sul Libro Bianco, presentato meno di due mesi fa, si sono aperti più tavoli di confronto. Con le parti sociali (firmatari del ?Patto per l?Italia? più Cgil). Con i rappresentanti di Regioni, Province, Comuni e Comunità montane. Con il Forum permanente del Terzo settore e con il Forum delle associazioni familiari. Ebbene, il documento è stato accolto da tutti con attenzione, da molti con favore. Con le parti sociali, in particolare, abbiamo posto l?attenzione su tre questioni: la definizione dei Livelli essenziali di assistenza (i Lea), il controllo della spesa, l?agenda sociale e quindi le priorità a breve e medio termine. Oggi, il tema fondamentale è quello della determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei diritti sociali e civili; determinazione, per la quale stiamo lavorando alacremente. Quanto agli impegni dell?agenda sociale, è intenzione del governo rispettarli a partire dalla prossima Finanziaria e con provvedimenti che diverranno operativi già nel corso del 2003. Il Libro Bianco pone all?attenzione innanzitutto la questione demografica. Un tema sul quale per anni s?è taciuto (forse per vergogna o per paura di far tornare alla memoria un periodo buio della nostra storia recente). Oggi la sfida è ben diversa rispetto a quel periodo. Occorre favorire la ripresa della natalità, non per una questione di potenza, bensì per ragioni reali di sopravvivenza. L?altra, grande riscoperta del Libro Bianco è la famiglia. Famiglia intesa come soggetto economico, luogo naturale e primario di socialità. Le migliori risposte alle domande che sorgono dagli anziani, dai disabili o da soggetti bisognosi di cura e assistenza, vengono, prima di tutto, da dentro la famiglia, dalla sua capacità di organizzarsi e di farsi rete di solidarietà. Il Libro Bianco intende riportare la persona, specie quella con problemi, al centro delle politiche sociali e in quell?alveo naturale che è la famiglia. In questo loro compito sociale, le famiglie, specie quelle con figli o che hanno in casa persone non autosufficienti, verranno adeguatamente sostenute, non solo dal punto di vista fiscale. di Grazia Sestini Dibattito “Il problema? Dove trovare le risorse” Anche se per ora si tratta di una “dichiarazione d?intenti è assai significativo, soprattutto quando indica tra le ?nuove priorità? quella di inserire la famiglia fondata sul matrimonio al centro dell?azione politica”. Così il cardinale Camillo Ruini, all?apertura dei lavori del Consiglio permanente della Cei, lo scorso 24 marzo, ha dedicato una riflessione sul Libro Bianco del Welfare. Sui contenuti del documento, presentato il 5 febbraio scorso dal ministro Roberto Maroni, si sono aperti tavoli di confronto con i rappresentanti del privato sociale, degli enti locali e dei sindacati. “Abbiamo già svolto due tavoli di confronto: uno sui Livelli essenziali di assistenza e uno sulle politiche familiari”, spiega Edo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo settore. “A breve dovrebbe esserci la convocazione per il tavolo sulle non autosufficienze. Ci attendiamo che, nei prossimi confronti, il governo tenga conto delle sollecitazioni e dei contributi che abbiamo dato. Al di là del confronto, stiamo vivendo una situazione di incertezza perché resta da sciogliere la questione delle risorse attraverso cui sarà possibile realizzare gli obiettivi del Libro Bianco. Oggi il Paese ha bisogno di interventi concreti, non solo di approfondimenti teorici”. La preoccupazione delle risorse resta un aspetto determinante nella discussione sul Libro Bianco: “Tremonti o Maroni, a chi credere?”, si domanda Luigi Bobba, presidente delle Acli. “Il Libro Bianco sul Welfare presentato dal ministro Maroni contiene una significativa e duplice novità, ossia che per riformare il welfare occorre arrestare il declino demografico e fare della famiglia un soggetto delle politiche sociali. Sottoscriviamo e diciamo: ?finalmente!?”. “Peccato, però”, prosegue Bobba, “che la delega per la riforma del sistema fiscale proposta da Tremonti e fresca di approvazione definitiva, marci in una direzione del tutto diversa”. Nonostante le richieste di emendamento proposte dall?Udc, infatti, il testo della delega, già alla terza lettura a Montecitorio, è passato senza ulteriori modifiche. Approvata così com?è, avverte il presidente Acli, introduce un sistema in cui “le famiglie italiane resteranno significativamente più penalizzate di quelle francesi e ancor più di quelle tedesche. Chi avrà un solo reddito continuerà a pagare più tasse e chi avrà più figli dovrà fare i conti con un sistema fiscale che sostanzialmente scoraggia le nascite.Ci vorrebbe un po? più di coraggio e di chiarezza: se si volesse aprire la strada al Libro Bianco di Maroni, si dovrebbe incominciare adottando anche in Italia il quoziente familiare, in modo che le tasse vengano pagate in ragione del reddito effettivamente disponibile per ogni singolo componente della famiglia. Perché bambini e ragazzi le tasse le pagano già: attraverso i consumi. Non è giusto né equo che le paghino due volte. Tremonti o Maroni, quindi? Temiamo, per le famiglie italiane, che la vera linea del governo sia quella del ministro del Tesoro”.

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