Non profit

Per un dialogo fra le generazioni

Intervista a Giuseppe Failla, neo-segretario dei giovani aclisti

di Maurizio Regosa

Il 29enne Giuseppe Failla è il nuovo segretario dei Giovani aclisti, che raccoglie 20mila under 32. Failla, che è stato eletto nel corso del 23° Congresso nazionale dei giovani aclisti, svoltosi a Bologna nel corso del quale sono emerse alcune proposte per “ri-generare” la società, è stato segretario provinciale dei giovani aclisti siracusani e poi coordinatore regionale siciliano. Nel 2005 è stato eletto responsabile organizzativo nazionale di Ga e vice segretario nazionale. Per le Acli si occupa anche di formazione per i volontari del servizio civile. Lo abbiamo intervistato.

 

Nel convegno bolognese sono emerse proposte anche provocatorie. Come quella di mettere un limite ai mandati politici…

Giuseppe Failla: Giovani Aclisti si occupa di educazione, formazione delle giovani generazioni. E lo fa a tutto campo. Anche mandando dei messaggi alle altre generazioni. Il titolo del nostro convegno era non a caso “rigenerare” la società. E questo passa anche attraverso il ricambio generazionale, che noi proponiamo non perché crediamo che i giovani siano necessariamente migliori ma perché ci rendiamo conto che così com’è la nostra è una società ingessata. Ci è parso opportuno sottolineare che occorre riprendere il dialogo fra le generazioni e dire a quelle più avanti: “servono adulti più generativi”.

 

Un’altra proposta è quella di vietare la partecipazione agli appalti pubblici per le aziende che abusano della precarietà…

Failla: Per l’esattezza di vietarlo a quelle imprese che abbiano utilizzato per più di tre anni consecutivi contratti di lavoro flessibile con gli stessi soggetti o non li abbiano stabilizzati in cinque anni dalla stipula del primo contratto. È una provocazione anche questa. Per dire che occorre riflettere sulla precarietà, affrontandone i nodi. Anche perché altrimenti, permettiamo a questa condizione di espandersi pericolosamente in altri ambiti. Ad esempio rendendo più difficile la scelte di creare una famiglia. Noi rifiutiamo la definizione di “giovani bamboccioni”: per i precari tutto è più difficile, anche avere accesso al credito (e quindi a un mutuo).

 

Chi sono i vostri interlocutori?

Failla: Tutti. Le associazioni, la Chiesa, la politica ai suoi vari livelli. Tutti hanno la volontà di affrontare i problemi. Magari sono diverse le ricette. Ma con il dialogo è possibile trovare delle soluzioni e delle mediazioni. Lo abbiamo verificato anche a Bologna. Sia l’onorevole Casini che il ministro Meloni sono intervenuti portando contributi significativi in questa direzione. Cioè verso un percorso grazie al quale i giovani possano riprendersi in mano la politica, esprimendo una generazione più impegnata. Ho intenzione di proporre la costituzione di un Consiglio nazionale dei giovani, che sia interlocutore importante nei processi politici. Attualmente esiste il Forum nazionale dei giovani oltre a diverse associazioni.

 

Quali obiettivi si propone?

Failla: Oltre a quelli di cui abbiamo discusso fin qui, vorrei rilanciare il tema del volontariato, che va valorizzato di più e meglio, e della legalità in tutte le sue sfumature.

 

 

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