Non profit

per scoprire una romania diversa

Anche ragazzi di 16 anni possono trascorrere un periodo con i piccoli ospiti degli orfanotrofi

di Antonietta Nembri

Due settimane a contatto con bambini orfani e abbandonati possono diventare un modo per comprendere meglio anche la realtà italiana. L’incontro tra due culture, con un «arricchimento bi-direzionale», è una delle ricadute positive della proposta di volontariato che l’associazione Bambini in Romania (Bir) porta avanti da dieci anni.
L’associazione è nata dieci anni fa per iniziativa di don Gino Rigoldi, lavora negli istituti statali e nelle comunità che accolgono orfani, bambini abbandonati o vittime di violenze in Romania.
L’obiettivo è il miglioramento delle condizioni di vita dei ragazzi, promuovendo strutture per l’educazione e la crescita, oltre che la loro formazione professionale. I piccoli ospiti degli istituti hanno inoltre diffoltà a relazionarsi con gli altri e a inserirsi nella società. Con loro i volontari sono chiamati a svolgere attività ludiche e ricreative; divisi in gruppi, composti da una decina di persone, trascorrono due settimane nelle stesse strutture che ospitano tra i 60 e i 70 ragazzi dai 7 ai 16 anni, in attività di gioco e socializzazione.
Il periodo previsto per i campi nelle diverse località della Romania dove è presente Bir è da metà giugno a metà agosto. I volontari devono avere compiuto i 16 anni e sottoporsi a una selezione motivazionale; dopo un colloquio preliminare nelle sedi di Bir a Milano, Como e Torino, parteciperanno ad attività organizzate per testare le capacità di interazione e relazione. Al termine della selezione, infine, sono in programma gli incontri formativi a gruppi, che occupano un paio di weekend.


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