Cultura

Per Progetto Ultrà la sentenza Caf è «La morte del calcio»

Progetto Ultrà della Uisp commenta l'ultima sentenza di calciopoli

di Antonietta Nembri

«Ci eravamo solamente illusi. Pensavamo fosse finalmente saltato il sistema di potere e arroganza che ha gestito e portato sull?orlo del baratro il calcio italiano. Invece è ancora integro e, da ieri, complice la sentenza della Caf, più forte e spavaldo di prima» questa la prima dichiarazione dei rappresentanti di Progetto Ultrà. Il giorno dopo che sono state rese note le sentenze del processo al calcio per l’associazione dell’Unione sport per tutti suona come un brusco risveglio: «Oggi ci dobbiamo ricredere» continuano: «tutto quello che abbiamo letto e sentito negli ultimi mesi non era vero. Le intercettazioni che inchiodavano alcuni dei principali responsabili della crisi del calcio in Italia non sono mai esistite; gli azzeccagarbugli di turno hanno trasformato le accuse di illecito sportivo per molte persone e per tutte le società coinvolte ? tranne la Juventus che era la meno difendibile ? in innocenti marachelle frutto di ingenuità più che di malafede e passibili al limite di piccole penalizzazioni o di pubbliche ammende come è accaduto nel caso di Carraro!». L’analisi di Progetto Ultrà è molto ammara: «era emerso un sistema truccato e malato fatto di favori pressioni ed illeciti e, per estirparlo» osservano, «bisognava cominciare a fare pagare qualcuno. Ma in Italia, gli interessi di parte e di partito sono da sempre più forti e radicati di quelli collettivi ed è per questo che, anche il politico, l?imprenditore, il sindaco o il tifoso animato dai più nobili pensieri ed ideali, quando è toccato nel suo comincia a vacillare e difende a testa bassa il proprio orticello. Così, nelle città delle quattro squadre coinvolte nello scandalo, gli stessi tifosi che, fino a pochi mesi prima intonavano cori e portavano striscioni contro il calcio moderno e per un sistema più pulito, organizzano manifestazioni per difendere la permanenza in A della propria squadra» «Peccato!» è l’amara conclusione «Questa sentenza poteva risollevare il calcio italiano, tracciare uno spartiacque tra un sistema viziato e corrotto e un nuovo sistema da inventare e costruire. Si è invece scelto di premiare il passato, e di rassicurare i soliti noti e potenti che il loro modo di concepire e gestire il calcio è vincente. Che fare? Per ora vince lo sdegno e la rabbia perché siamo certi che questa sentenza rappresenta la pietra tombale sul quel calcio romantico e pulito per cui noi ci siamo battuti e che continuiamo a sognare? » Progetto Ultrà — Progetto Ultrà – UISP


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA