Comitato editoriale

«Per noi il cibo è parte della cura», parola di Ketogourmet

C’è anche un blog di cucina molto particolare tra i sostenitori della campagna dell’associazione a favore di due progetti contro l’epilessia infantile promossi da Federazione Italiana epilessie e Fondazione Bambino Gesù di Roma. Abbiamo incontrato Franco Ripa di Meana, food blogger grazie al figlio Martino

di Antonietta Nembri

Ma che cosa ci fa un food blogger sul sito di Trenta Ore per la Vita? Stiamo parlando di Franco Ripa di Meana che ha condiviso sul portale dell’associazione alcune ricette nate dall’esperienza del blog Ketogourmet che come sottotitolo recita: “combattere l’epilessia, trucchi, consigli per una dieta chetogena sana e sostenibile”.
Fino ad aprile l’associazione dedica la campagna di raccolta fondi annuale all’epilessia infantile e proprio da qui nasce il connubio con il food blogger. «Tutto è nato da una riunione della Fie – la Federazione italiana epilessie – in cui ci annunciavano la campagna di raccolta fondi di Trenta Ore per la Vita e ci veniva chiesto di partecipare alle iniziative per sostenere il fundraising e così ho pensato di mettere a disposizione il mio blog», ricorda con semplicità Franco Ripa di Meana. Ma come è nata la passione per i fornelli e l’idea di dar vita a un blog che lui stesso definisce uno strumento?

«Mio figlio Martino dall’età di un anno soffre di una grave forma di epilessia farmaco resistente, la sua unica cura è la dieta chetogenica che è un vero e proprio trattamento medico», spiega.

Si tratta di una dieta che – come conferma il professor Federico Vigevano, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e membro del comitato scientifico di Trenta Ore per la Vita per l’epilessia – necessita di una prescrizione medica e dell’assistenza di dietisti che traducono i numeri in quantità, ma poi il lavoro per rendere gradevole e sostenibile la dieta è sulle spalle dei genitori, che devono ideare dei piatti gustosi e appetibili per i propri figli. «Il problema è che in Italia questa dieta è sotto utilizzata» chiosa Ripa di Meana che precisa «che funzioni è fuor di dubbio soprattutto per la grande platea dei pazienti farmacoresistenti è uno strumento utilissimo. Certo non è miracolosa però i pazienti come mio figlio reagiscono positivamente».

Una dieta che deve essere prescritta da un neurologo e da un dietologo, ma poi a doversi mettere ai fornelli sono i genitori. «Cinque anni fa quando ho iniziato non c’era nulla in italiano, il primo libro è uscito pochi mesi fa. Ci siamo trovati ad avere a che fare con una vera e propria medicina che dovevamo rendere appetibile sei volte al giorno», continua.
Se è una “dieta medicina”, ci sono controindicazioni? «L’unica che mi viene in mente», ammette. «è che a volte le famiglie non ce la fanno, non riescono a mantenerla, da chi prescrive la dieta arrivano il più delle volte una serie di fogli con elenchi di ingredienti, le diete chetogene sono molto precise, ma il problema è sempre quello di render gustosi i piatti, immaginare una ricetta e poi non bisogna trascurare i gusti dei bambini», spiega. Già perché i piccoli con questa particolare forma di epilessia ricorda il papà di Martino, «a volte non parlano, spesso hanno anche forme di autismo che li porta a essere selettivi sul cibo… e il dietista dell’ospedale non può sapere quale è il piatto adatto a ogni famiglia».


Due piatti presentati sul sito di Trenta Ore per la Vita da Franco Ripa di Meana

Il blog ketogourmet nasce nel 2015. «Uno strumento, un modo di fare rete tra le famiglie perché non va dimenticato che ogni dieta chetogenica è diversa dall’altra per cui quello che faccio è mostrare un modo di cucinare, dare strumenti e trucchi per riuscire a mantenere la dieta» illustra Ripa di Meana e la formula funziona perché il suo blog ogni anno aumenta del 50% visualizzazioni e visitatori.
«La possibilità di portare il mio blog sul sito di 30 Ore per la vita è stata l’occasione per far conoscere la dieta, ho realizzato alcune ricette apposta» conclude. «Ovviamente ogni familiare che si ispira a queste ricette deve adattarle al proprio bambino. Sul blog intanto faccio conoscere la campagna di Trenta Ore per la Vita e invito a visitare il sito per rimanere aggiornati».

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