Per quelli che sono dentro Pannella è un mito. Nessun paragone. Molto di più di Maradona ai tempi del Pibe de Oro. Molto di più di Lady Gaga o di Carosone. Il suo richiamo gandhiano alle condizioni disumane che attanagliano molte carceri in Italia è come l’urlo di battaglia di Toro Seduto. “Ma tutti sanno – mi dice Tropi da dietro il piedino della macchina per cucire – “che ormai Pannella non lo ascolta più nessuno… Stava quasi morendo e nessuno se lo è filato!”. Qui nel carcere di Milano-Opera il problema del sovraffollamento non esiste, ma Pannella è nel cuore di tutti.
Per Natale Tropi mi ha regalato un biglietto piccolo piccolo, tutto rosso con la scritta Buona Fortuna stampata sulla copertina in lettere argentate e brillanti. All’interno, scritto di suo pugno, il messaggio: “se credi ai tuoi sogni sarai fortunata”. Sono dieci minuti che sono arrivata dentro e già mi ha assicurato che il mio oroscopo, per il nuovo anno, è f-e-n-o-m-e-n-a-l-e! “Potrai chiedere tutto quello che ti pare! Non capisco perché non mi credi mai?!” mi interroga sollevando dal naso alla fronte gli occhiali. Tutte le volte che lo fa, si sposta un po’ in dietro. Quando parla seriamente lo fa sempre. Se è seduto, si mette composto, se è in piedi si mette tutto dritto. E’ come se mi prendesse le misure. Poi, sconsolato, riattacca a cucire.
Quelli dentro hanno una incredibile capacità creativa. Per Natale Tropi ha mangiato tortiglioni al forno alla siciliana e carpaccio di pesce spada. Durante le feste le celle sono aperte “per favorire la convivenza” – mi spiega – e ci si può muovere un po’. E così Tropi ha raggiunto l’amico vicino e con altri due hanno cucinato insieme. Ogni cella può avere un fornelletto, come quelli per il caffè da campeggio con la fiammella circolare e la bomboletta del gas. Per creare un forno ne prendono due; la fiamma di uno la alzano incanalandola in un barattolo di latta senza tappo e senza sedere; la cappa la creano accartocciando della stagnola a mò di tettuccio. “In questo modo, il calore della fiamma sale dal barattolo e si condensa nella stagnola che lo fa rimbalzare giù sulla teglia appoggiata sull’altro fornelletto.” E’ il forno di quelli dentro! Ci cuociono di tutto. Fanno squisite torte, pizze e pasta al forno.
Ogni volta che vogliono qualcosa devono compilare la domandina, ovvero il modello 393 su carta dell’Amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia. Ma devono avere i soldi, su un apposito conto, che non gestiscono loro. Altrimenti, si devono accontentare di quello che passa il carcere. Solitamente Tropi a colazione si mangia i “suoi” biscotti e della frutta, a pranzo manda giù quello che arriva e la sera, per cena, cucina in cella, che divide con un altro. E poi tv. Ma solo Rai, Mediaset e La7.
Tropi, hai guardato la conferenza stampa di Monti a Natale? L’agenda politica qui dentro è presto fatta: Monti non sembra aver scaldato gli animi, Berlusconi non si capisce più, Bersani avrebbe dovuto lasciare il passo al giovane Renzi. Grillo e Lega lasciamo perdere. “Il problema è che tutti sono troppo attaccati alla poltrona. Nulla cambia e i giovani non crescono! Non c’è una idea nuova e attraente”. Tuona inaspettatamente forbito Tropi, che comunque non può più votare perché a causa della condanna si è giocato i suoi diritti civili. La prossima volta devo ricordarmi di portargli i coni di filo nero, bianco e neutro.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.