Sostenibilità

Per Natale? Meglio una sciarpa fatta a mano che una cravatta

io, per esempio

di Redazione

di Giovanni Petrini*
Per tutti, prima o poi, arriva il momento di fare acquisti: il pc è vecchio; sto per finire il dentifricio; ho bisogno di un vestito nuovo; devo fare un regalo ad un amico. Ma è possibile rinunciare allo shopping e vivere felici?
L’acquisto, molto spesso, è un’abitudine sociale; a volte un bisogno indotto dal marketing; alcune altre una potente ma effimera droga; raramente una necessità reale. Questa consapevolezza è il requisito per essere un consumatore critico: “ho davvero bisogno di…” è la domanda da porsi prima di tutto. Se la risposta è “sì” – cosa per nulla disdicevole – esistono allora alcune regole molto semplici per orientare i nostri acquisti verso beni che ci piacciano e soddisfino e, allo stesso tempo, rispettino l’ambiente e chi li ha prodotti.
1. Cerchiamo di scambiare e condividere, ne trarrà giovamento la nostra socialità, il nostro portafogli e l’ambiente. Prima di comprare un’auto nuova, valutiamo cosa succederebbe se usassimo mezzi pubblici, car sharing e bici; tra negozi vintage e mercatini dell’usato ci si può vestire per la prima alla Scala come per la discoteca; tra mamme (e papà) ci si scambia giochi e accessori per l’infanzia; nelle aziende agricole si può passare una divertente vacanza a costo zero, mentre il couch surfing ti aiuta a fare nuovi amici e a girare l’Europa in economia.
2. L’autoproduzione è una pratica che garantisce spesso risparmio, attenzione alla natura e soprattutto aumenta la nostra soddisfazione, grazie al fatto che il pane, il dentifricio, il piccolo orto sul balcone o l’aiuola ri-conquistata al verde davanti a casa, ce li siamo fatti da noi. Ma anche i micronidi condominiali e i gruppi di acquisto solidale sono buone pratiche del “fai da te”.
3. Molto spesso i nostri apparecchi tecnologici li buttiamo per moda o perchè con l’ultimissimo sistema operativo si piantano sempre (la così detta obsolescenza indotta). Ma altrettanto spesso il nuovo lo usiamo esattamente come il vecchio: mandiamo sms e facciamo telefonate; scriviamo mail, vediamo film e foto; guardiamo l’ora. Allora perché non tenerci il vecchio, finchè funziona? E perché non scegliamo il software libero che non costa nulla (o quasi) e garantisce tutte le funzioni di cui un comune mortale abbisogna?
4. Riscopriamo l’arte della riparazione. Basta trovare la bottega giusta. Qui gli abiti possono essere “ri-personalizzati”, si può imparare ad aggiustare da soli la bici come il telecomando del televisore.
5. Se scegliamo il nuovo, prediligiamo l’acquisto di prodotti eco-compatibili e socialmente responsabili perché sono naturali, come i jeans in cotone biologico; perchè riducono il packaging e quindi i rifiuti, come gli shampoo solidi o i detersivi alla spina; perchè sono facilmente riciclabili, come le bibite in bottiglie di vetro o nelle lattine di alluminio; perchè sono efficienti energeticamente, con i nuovi televisori e le lampade a led; perchè sono prodotti da processi “a basso impatto”, come le carte riciclate e con certificazione CFC; perchè le immissioni prodotte nel ciclo di vita del prodotto sono azzerate attraverso la piantumazione di nuovi alberi.
6. Nel fare regali prediligiamo uno scambio relazionale piuttosto che meramente materiale: una buona cena preparata con prodotti locali rari e preziosi, una sciarpa fatta a maglia, un libro autoprodotto scritto a mano testimoniano di un tempo e di una cura speciali, che mancano in una cravatta o un paio di orecchini. Un weekend con gli amici, un abbonamento per due al cinema o a teatro, un corso di bricolage prolungano nel tempo l’effetto dell’affetto.

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