Mondo

Per lui non ci sono cure

I fondi per la sanità sono quasi esclusivamente destinati alle malattie del nord del mondo. La denuncia in un rapporto indipendente firmato da Action Aid, Aidos e Cestas

di Riccardo Bianchi

I fondi che i paesi occidentali destinano alle politiche per la salute sono spesso investiti su malattie considerate prioritarie, tralasciandone altre il cui impatto sulle popolazioni del terzo mondo è molto forte. Molto poco viene fatto per aiutare questi popoli a prendere coscienza dei loro diritti sessuali, anche per poter fare scelte riproduttive coscienti. È quanto emerge dal rapporto Le politiche che fanno la differenza. La salute e i diritti sessuali e riproduttivi per promuovere lo sviluppo, curato da ActionAid, Aidos e Cestas. Secondo lo studio le aziende farmaceutiche preferiscono investire in ricerche contro mali che colpiscono anche l’occidente e che quindi possono portare profitti, primo fra tutti l’Aids.

Nel rapporto sono messi a confronto i modelli di aiuto di Germania, Polonia e Italia. Per Varsavia il problema è la mancanza di coordinamento negli aiuti. Mentre per noi e Berlino pesano troppo le convinzioni sull’importanza delle malattie. Comunque i dati dicono che tra il 2005 e il 2006 gli aiuti bilaterali italiani ai paesi in via di sviluppo sono calati da 5.091 milioni di dollari a 3.641 milioni. Il settore sanitraio ha continuato a ricevere il 3,8% di questi fondi, ma i servizi sanitari di base sono calati dall’1,6% all’1,1% e quelli per la salute riproduttiva dallo 0,4% allo 0,2%. C’è una stretta relazione tra le istituzioni governative e le ong, ma dai 53 milioni dati dal governo nel 2005 si è passati ai 10 del 2006. Anche i progetti sono calati nel tempo: dai 127 del 2000 ai soli 6 del 2004. In generale, il rapporto lamenta la mancanza di dati certi sulle malattie riproduttive, un calo globale dei fondi alle politiche per la pianificazione familiare, un avvicinamento troppo lento agli Obiettivi del Millennio 4 e 5 (ridurre la mortalità infantile e migliorare la salute delle gestanti) e addirittura un passo indietro sul 6, con un aumento dei casi di Aids, invece di un calo. Si chiede una maggiore partecipazione delle comunità locali nel sistema degli aiuti, per rispondere davvero alle loro esigenze.

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