Non profit
Per l’Osservatorio, violazioni in Italia e in Grecia
Il rapporto è stato pubblicato a Parigi
di Redazione
È stato pubblicato il Rapporto Annuale dell’Osservatorio per la Protezione dei Difensori dei Diritti Umani, a cura dell’organizzazione International Federation of Human Rights (http://www.fidh.org/-english). Il Rapporto documenta una situazione critica nell’Unione europea e pone in rilevo alcuni casi di intimidazione istituzionale e persecuzione giudiziaria nei confronti di attivisti umanitari impegnati nella difesa dei diritti del popolo Rom. Particolare rilievo è attribuito ai casi che colpiscono i co-presidenti del Gruppo EveryOne (Italia) e l’attivista Theodore Alexandridis (Grecia). Qui di seguito, un passo del Rapporto Annuale dell’Osservatorio per la Protezione dei Difensori dei Diritti Umani.
In alcuni paesi dell’Europa occidentale, la questione delle minoranze etniche e in particolare del popolo Rom è ancora un punto nevralgico, come l’anno scorso. In tale contesto, coloro che difendono i diritti di questi gruppi etnici restano soggetti a atti di persecuzione giudiziaria e intimidazioni. In particolare, il 5 novembre 2009 i signori Roberto Malini e Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne, un’organizzazione non governativa che sostiene il popolo Rom e i rifugiati sono stati colpiti da una condanna alla detenzione, commutata in una multa di 2.100 euro (2280 per la precisione, oltre a spese legali per due provvedimenti disgiunti fra loro, ndt). Il tribunale ha stabilito che “in concorso tra loro, cagionavano l’interruzione o comunque turbavano una operazione di polizia, finalizzata all’identificazione di tre cittadini stranieri, pronunciando espressioni ingiuriose e denigratorie nei confronti del personale dell’U.P.G.S.P. – Questura di Pesaro-Urbino operante ed ingerendosi nella sua attività,” in riferimento agli articoli 110 e 340 del Codice Penale. I due difensori dei diritti umani hanno ricevuto tale condanna attraverso un decreto penale, firmato dal Giudice per le Indagini Preliminari di Pesaro, il 5 novembre 2009. Il decreto penale è una procedura che concede al magistrato di condannare un cittadino sulla base della denuncia della sola Procura, senza ascoltare l’imputato. Ci si può appellare contro i decreti penali entro 15 giorni dalla loro notifica (è un tempo brevissimo per trovare uno studio legale e preparare il documento di opposizione, ma i due attivisti umanitari sono riusciti a presentarla, ndt).
Il Rapporto Annuale può essere scaricato al seguente link:http://www.fidh.org/IMG/pdf/OBSUK2010europe_human_rights_defenders.pdf
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