Politica

«Per l’Onu è un diritto, no alla privatizzazione»

La posizione del Cipsi, coordinamento di 48 associazioni di solidarietà e cooperazione

di Redazione

L’Onu ha approvato la risoluzione «Il diritto umano all’acqua e all’igiene». «Ora il governo deve fermare la privatizzazione dell’acqua in Italia». È la posizione di Solidarietà e Cooperazione Cipsi. coordinamento di 48 associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale. La risoluzione ricorda i numeri, 884 milioni di persone senza accesso all’acqua sicura, 2,6 miliardi di persone (il 40% dell’umanità) senza igiene di base, e invita Stati ed organizzazioni internazionali a destinare risorse finanziarie, abilità costruttive, tecnologie appropriate ai paesi impoveriti, nello sforzo di assicurare acqua da bere sicura, pulita, accessibile, tenuto conto anche del costo affrontabile, nonché a rendere possibile l’igiene per tutti.

«Il riconoscimento dell’acqua come diritto umano da parte dell’Onu è un segnale politico ed istituzionale molto importante ma è solo il primo passo di un lungo cammino. Un percorso che deve portare all’attuazione concreta di tutti i diritti umani per tutte le persone del mondo» ha affermato il presidente di Cipsi, Sergio Barbera.

«Finalmente una presa di posizione chiara che il nostro coordinamento e i movimenti per l’acqua chiedevano da tempo, ma che ha bisogno di precise assunzioni di responsabilità e di coerenza – continua Barbera – Chi vota, come l’Italia ha fatto, per il riconoscimento del diritto all’acqua come diritto universale, lo devo garantire in primo luogo nel proprio paese. Non si può riconoscere l’acqua come diritto universale di tutti i cittadini e allo stesso tempo procedere a ‘privatizzarne’ la gestione e la distribuzione, negando dunque di fatto il diritto ai cittadini. Il riconoscimento dei diritti umani è un obiettivo che deve guidare la politica a tutti i livelli, da quella locale a quella internazionale, dalla famiglia al quartiere, dalla scuola ai posti di lavoro, dalle nostre città fino alle Nazioni Unite. Non si tratta solo di ‘valori’ da contemplare».


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