Politica

Per le imprese sociali la strada è quella giusta

Isnet lancia con un sondaggio raccoglie le prime reazioni: «C’è entusiasmo nello scoprirsi finalmente al centro dell’attenzione del Governo, il 60% ha letto le Linee Guida per la riforma e molti manderanno il proprio contributo, anche se c’è poca fiducia che la propria opinione possa contare».

di Redazione

Oltre il 60% delle organizzazioni ha letto le linee guida, anche se quasi la metà di queste si riserva di fare degli approfondimenti ed un 32% dichiara di «non aver avuto ancora tempo di leggerle». Sono queste alcune delle prime reazioni delle non profit alle linee guida della riforma del Terzo settore proposta da Renzi, così come sono emerse da un sondaggio dall’associazione Isnet agli iscritti alla propria rete (oltre 1000 imprese sociali in tutta Italia).

«Gli umori delle imprese sociali» – afferma Laura Bongiovanni,  Presidente di Isnet – «sembrano oscillare tra entusiasmo e mancanza di fiducia. Entusiasmo nello scoprirsi finalmente al centro dell’attenzione del Governo, ma al contempo poca fiducia che la propria opinione possa avere un seguito effettivo o che l’iniziativa possa rappresentare una opportunità».
Tra umori altalenanti, «al solito si rileva una certa fatica dell’impresa sociale a fare degli approfondimenti perché schiacciate dall’operativa quotidiana, dall’obbligo del “fare” che in questi anni ha fatto da deterrente ad una visibilità effettiva del lavoro  e della visione che ispira le organizzazioni».


Secondo le imprese sociali, dunque ognuno degli ambiti oggetto delle linee guida è molto importante e tutti gli items superano il valore 5, su una scala 1-10 di misurazione dell’importanza. Tra gli interventi giudicati prioritari, la stabilizzazione delle forme di sostegno economico e la valorizzazione dell’impresa sociale, sono ai vertici delle indicazioni.
 

Rispetto alla possibilità di dare indicazioni specifiche inviando una mail al Governo, in molti sono interessati anche se quasi il 20% afferma che preferisce non farlo perché teme sia “una perdita di tempo” e che “i suggerimenti non verranno considerati”. (Grafico 2)

 

Tra coloro che vogliono dare un proprio contributo vengono segnalati alcuni temi specifici tra i quali: la necessità di depotenziare la discrezionalità dei comuni nei rapporti con le associazioni di promozione sociale, l’importanza del contratto lavoro unico per il terzo settore e la necessità di una maggiore tutela per le cooperative sociali nei confronti delle associazioni di volontariato.

Alla domanda “pensi che l’iniziativa del Governo possa favorire l’attività delle imprese sociali”, oltre il 60% degli intervistati vede nella Riforma una opportunità accanto ad un 40% suddivisi tra dubbiosi e pessimisti (“non so” e “probabilmente no”). (Grafico 3)

 

Complessivamente, pare che il Governo abbia colto nel segno, con la maggior parte delle imprese sociali allineate rispetto all’iniziativa e fiduciose sugli sviluppi. Non mancano però alcune note dolenti vista l’alta percentuale di coloro che affermano di non aver avuto il tempo necessario per approfondire il documento (oltre il 60% delle segnalazioni) e di coloro (complessivamente quasi il 40%) che sono poco fiduciosi sull’efficacia dell’iniziativa.

«L’auspicio», conclude la Bongiovanni, «è che l’iniziativa del Governo rappresenti l’occasione per una inversione di questa tendenza, a favore di un rinnovato protagonismo, in cui le imprese sociali sono chiamate a dire la loro, e il 72% di  adesioni potenziali al sondaggio on line fanno ben sperare».


 


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