Welfare

Per la riforma dell’assistenza la parola ora passa ai senatori

Affari Sociali: Montecitorio ha detto sì alla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali.

di Antonietta Nembri

Camera: via libera dell?aula alla riforma dell?assistenza. Dopo mesi di rinvii e discussioni, mercoledì 31 maggio Montecitorio ha votato la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Ora il provvedimento deve passa all?esame del Senato. E dalla velocità con la quale i senatori affronteranno la proposta di riforma, si potrà comprendere se questa legislatura vedrà il varo di una riforma che per alcuni settori è di portata rivoluzionaria. Basti pensare che le Ipab sono in parte governate da regi decreti dell?epoca di Crispi.
Con l?approvazione dell?ultimo articolo da parte dell?aula di Montecitorio è stato fatto il primo passo per la riforma dell?assistenza. E da quest?ultimo articolo è prevista l?abrogazione della legge 6972 del 1890. A quell?epoca risale infatti la prima normativa, tuttora vigente, che regolamenta le Ipab, per le quali il Governo è delegato a rivedere la disciplina. Una legge del 1800 che non risponde certo alle esigenze del 2000. È una riforma necessaria quella prevista dalla legge quadro. Il testo predisposto dalla Commissione è stato presentato all?aula nel luglio dello scorso anno e che dopo undici mesi appare alquanto diverso dopo le modifiche apportate nel corso della discussione dagli emendamenti presentati. Tra le principali misure previste dal testo approvato vi sono i benefici economici e i servizi domiciliari per le famiglie che si occupano di disabili, anziani e bambini in difficoltà, inoltre per privilegiare soluzioni diverse dall?istituzionalizzazione dei minori, come l?affido familiare e le case famiglie è prevista la chiusura degli orfanotrofi. Sono inoltre previsti prestiti d?onore per sostenere le giovani coppie e i single con figli, le gestanti in difficoltà e le famiglie in difficoltà economiche che accudiscono non autosufficienti. I Comuni, inoltre potranno prevedere la concessione, su richiesta, dei cosiddetti Buoni servizio, cioè titoli validi per l?acquisto di servizi da soggetti accreditati. Dal provvedimento sono anche previsti i livelli essenziali dell?assistenza sociale che devono essere garantiti in tutta Italia, pur rispettando la programmazione locale. Infine una volta terminata la sperimentazione del reddito minimo d?inserimento, il Governo dovrà stabilire le modalità per estendere questo istituto su tutto il territorio, insieme ad altre misure per contrastare la povertà. Sul fronte della lotta alla povertà, l?articolo 28 prevede 20 miliardi in più per il fondo per le politiche sociali per il 2001 e altrettanti per il 2002. L?articolo successivo, il penultimo della proposta di legge, prevede anche la possibilità per quanto concerne le funzioni previste di indire concorsi pubblici per reclutare almeno 100 persone nel settore dei servizi sociali, delle adozioni internazionali, delle politiche di integrazione degli immigrati e della tutela dei minori non accompagnati.

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