Non profit

Per la politica spesa senza controllo

Una volta, denunciare i privilegi economici dei politici era considerata cosa poco commendevole di sapore qualunquistico. Da qualche tempo questo tabù è caduto...

di Riccardo Bonacina

Una volta, denunciare i privilegi economici dei politici era considerata cosa poco commendevole di sapore qualunquistico. Da qualche tempo questo tabù è caduto. Si analizza, si scrive dei costi della politica, si quantifica la dimensione dello scialo facendo comparazioni con la realtà degli altri Paesi europei. Si è accertato che circa 500mila persone vivono di politica – pochi per la politica – con un costo astronomico di oltre 4 miliardi di euro. Una cifra enorme che non ha uguali in Europa. Analizziamo sinteticamente le principali voci di spesa. Il finanziamento dei partiti, bocciato con il referendum del 1993, reintrodotto con l?escamotage del ?rimborso? delle spese elettorali, peraltro da non documentare, assegna, per ogni cittadino elettore, un euro ai partiti. È sufficiente raggiungere l?1% per avere diritto al finanziamento. Nel 2005, sono stati 81 i partiti che si sono divisi i 196 milioni di euro. I partiti, poi, presenti in parlamento si sono ripartiti 92.293.321 euro per contributi alle spese dei gruppi parlamentari, sempre senza obbligo di rendicontazione. Nel presente clima federalistico, ogni Regione si considera un piccolo Stato e apre la propria ambasciata a Bruxelles e a Roma. La Sicilia anche a Parigi e a Tunisi, la Lombardia dispone di 24 uffici nel mondo. Ogni Regione moltiplica le commissioni consiliari che pure costano circa 65mila euro al mese: si va dalle 18 della Campania alle 20 delle Province autonome di Bolzano e Trento, alle 24 del Lazio. Il rinnovo degli statuti ha offerto l?occasione per una corsa all?aumento del numero dei consiglieri regionali: 111 in più. Per vigilare sugli atti delle Regioni sono stati aumentati i consiglieri della Corte dei conti, una infornata di una quarantina di nuovi membri designati dalle Regioni. Così i controllati hanno nominato i propri controllori e possono lavorare tranquilli. La spesa delle Regioni galoppa: dal 1999 al 2004 è aumentata del 6,5% medio annuo, facendo apparire virtuosa l?amministrazione centrale che ha viaggiato al 3,4. Le spese per incarichi e consulenze dilagano. Su un totale di 754 milioni di euro, più della metà sono per collaborazioni e consulenze esterne delle Regioni e degli enti locali. Negli ultimi due anni sono state istituite sette Province, 10 sono in dirittura d?arrivo, altre 18 in fase istruttoria. Si calcola che ogni Provincia comporti una spesa base di 50 milioni. Gli europarlamentari italiani sono i più ricchi d?Europa: 30/35mila euro pro capite al mese. La Francia spende meno della metà, la Spagna un quarto, l?Ungheria quindici volte meno. Deputati e senatori percepiscono 16.437 euro solo di indennità e diaria mensili, senza contare i diversi rimborsi spese, naturalmente senza rendicontazione. Complessivamente si può calcolare che i 1.118 consiglieri regionali costino oltre 150 milioni di euro l?anno. Vi basta?
Ezio Pelino

Carissimo, basta e avanza. La sua lettera documenta altre voci di spesa. Mi lasci dire che, però, ciò che più impressiona è la costante «senza obbligo di rendicontazione»!


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