Per la pace in Ucraina, la voce di Anteas
La testimonianza del presidente Loris Cavalletti sulla mobilitazione di piazza a Roma per un cessate il fuoco e la richiesta di una conferenza di pacificazione tra le parti a guida Onu. La distinzione tra aggredito ed aggressore, il richiamo al ruolo della società civile di fronte a “quei politici che strumentalizzano le manifestazioni per intestarsi la protesta”. E l’impegno dei volontari di Alessandria che hanno raggiunto Leopoli con un carico di aiuti
Sabato 5 novembre Anteas era in piazza a Roma, insieme a tutte le associazioni presenti nel Forum, rappresentate dalla portavoce Vanessa Pallucchi e insieme alle organizzazioni sindacali confederali CISL–CGIL–UIL, alle associazioni del mondo cattolico – da Sant’Egidio alle Acli – e tante altre associazioni laiche mobilitate per la pace.
La piattaforma alla base della manifestazione era ed è molto chiara e la condividiamo pienamente. Netta la condanna dell’invasore chiamato per nome: Putin e la Russia; non c’era nessuna motivazione per invadere l’Ucraina, se non desiderio e progetto di potere e di occupazioni di territori autonomi e indipendenti.
Così come è chiara la difesa del diritto dell’Ucraina di difendersi dall’aggressore sovietico. È giusto il diritto alla difesa ed è giusto l’aiuto che la comunità internazionale ha garantito al popolo ucraino: aiuto economico, militare e umanitario.
Le oltre 100.000 persone presenti nella piazza di Roma sabato hanno gridato forte la richiesta di un cessate il fuoco in Ucraina e la convocazione di una conferenza di pace tra le parti, che l’Onu deve attivare subito con la comunità politica internazionale.
Non si può continuare a giocare con armi e bombe nel “giardino di casa”: questa guerra è una bestemmia, come ha denunciato Papa Francesco. Il grido di pace è stato esteso a tutti i conflitti in atto: ad esempio, è stato ricordato il sostegno alle donne iraniane, ammazzate o ingiustamente imprigionate per la richiesta di libertà che in questi giorni manifestano in Iran.
Mentre noi eravamo in piazza a manifestare, Anteas Alessandria era in viaggio per l’Ucraina per portare, con il sostegno anche dell’Amministrazione Comunale di Alessandria, quattro convogli di viveri, medicine e vestiti in sostegno al popolo ucraino. Dopo tante ore di viaggio e di attesa alla frontiera, sono riusciti ad entrare in territorio ucraino e consegnare gli aiuti nella città di Leopoli.
Un grazie di cuore ai volontari Anteas, una squadra formata da pensionati, lavoratori e giovani universitari che insieme hanno testimoniato nei fatti il nostro essere associazione di “tutte le età attive per la solidarietà”.
Questa è l’Anteas che vogliamo sempre più rafforzare e che ci piace. Tenere insieme l’aiuto, il sostegno, la condivisione del bisogno, la presenza là dove la gente soffre con la denuncia politica e la richiesta di cambiamento. Perseguiamo questi obiettivi insieme alle organizzazioni sindacali, in primis la Cisl, e chiediamo alle forze politiche di agire concretamente per dare risposte ai bisogni.
Non ci piacciono quei politici che strumentalizzano le manifestazioni per intestarsi la protesta,
quando quest’ultima è riuscita per il lavoro di tante associazioni e di tante persone che di fronte alla morte e al dolore provocato dalla guerra hanno deciso, come ha scritto il cardinale Zuppi, di marciare, di mettersi in moto, ritenendo necessario e importante non girarsi dall’altra parte: il pacifismo non è neutralità, non è inutile e in questa fase è importantissimo. Anteas c’è.
*Presidente Nazionale Anteas
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