Formazione

Per la Cri la clonazione è un delitto contro l’umanità

Mariapia Garavaglia, presidente generale della Croce Rossa Italiana, prende posizione dopo l'annuncio della clonazione effettuata negli Usa.

di Antonietta Nembri

Condivide le parole usate dal ministro alla Sanità Gerolamo Sirchia che ha definito la clonazione un delitto contro l’umanità anche la presidente generale della Croce rossa italiana, Mariapia Garavaglia. “Penso che si possa inquadrare questa metodologia di una ricerca spinta alle estreme frontiere proprio tra i crimini contro l’umanità, perché”, spiega la presidente della Cri, “ci si trova di fronte a una condizione in cui la ricerca, con la mistificazione dell’aggiunta dell’aggettivo “terapeutico” a una metodologia, cerca di trovare l’alibi della comprensione e del sostegno delle persone afflitte da malattie gravi oggi inguaribili”. “E’ curioso che dopo l’11 settembre – prosegue Mariapia Garavaglia – proprio negli Stati Uniti si sia voluto insistere in questa ricerca, che pure con la presidenza Clinton era stata vietata impedendone il finanziamento con fondi pubblici. Per l’esperienza della Croce rossa la clonazione si inquadra perfettamente in quei processi in cui vi è qualcuno che domina su qualcun altro, in nome di false ideologie. Se abbiamo paura del virus dell’antrace, se ci impensierisce l’inquinamento ecologico, quale futoro ci si prospetta se sarà resa possibile la clonazione umana?”. Nella sua dichiarazione Mariapia Garavaglia sottolinea anche come la scienza abbia abbandonato in questo caso il principio di precauzione, “dal punto di vista del movimento internazionale della Croce Rossa siamo preoccupati di un allentamento della tensione etica a favore dell’intangibilità e della disponibilità dell’uomo. La clonazione diventa un crimine contro l’umanità perché mette nelle mani di pochi il destino di molti, senza considerare le ‘”conseguenze delle conseguenze”, che sono effettivamente imprevedibili”. La presidente della Croce rossa italiana conclude il suo pensiero ricordando le recenti battaglie a favore della salute. “Negli stessi gionri in cui è in corso il dibattito sulal disponibilità o meno di farmaci a causa del loro prezzo e della difficoltà di somministrazione per le malattie endemiche come l’Aids ci si trova di fronte a chi ha già oltrepassato qualsiasi frontiera. Il potere dell’uomo in questi giorni deve evidenziarsi nel dire “no”. Gli uomini saranno potenti”, conclude “se fermeranno la scienza che tocca la loro umanità, altrimenti ci sarà un potere della scienza che supera l’umanità rendendola oggetto di ricerca, di sperimentazione e di business, anziché un valore da tutelare, onorare e salvaguardare sempre”.


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