Welfare
Per il Reddito di cittadinanza si consiglia la modalità aggiornamento e riavvio
Con il Decreto Rilancio è stato introdotto il REm, una sorta di muretto di contenimento, per evitare che altre persone ancora scivolino nella povertà. Ora il portavoce dell'Alleanza contro la povertà in Italia chiede interventi strutturali al RdC e l'apertura un cantiere per introdurre opportuni correttivi che rendano la misura più equa e maggiormente efficace
Col Decreto Rilancio il Governo ha introdotto un sostegno straordinario al reddito, il Reddito di Emergenza (REm), per garantire un sussidio ad una vasta platea di persone escluse dagli ammortizzatori sociali, dal Reddito di Cittadinanza (RdC) e dagli altri indennizzi e bonus previsti dai precedenti decreti per far fronte all’emergenza Covid-19. In questi mesi ci sono state diverse coperture sociali ma, data la frammentarietà di contratti, di situazioni e condizioni sociali, qualcuno rimane sempre fuori. Ecco allora uno strumento che provvisoriamente copre un buon numero di persone e famiglie. Secondo la stima contenuta nella relazione tecnica del decreto si tratta di 867.600 famiglie, per un totale 2.016.400 persone (con un Isee fino a 15mila euro), che per 2 mesi si vedranno riconoscere un contributo compreso tra i 400 e gli 800 euro.
È dunque un intervento significativo, con un costo totale stimato in 954,6 milioni di euro, che dà respiro a molti “invisibili”, a persone che durante l’emergenza hanno perso il lavoro e non hanno potuto contare su alcun sostegno. L’emergenza sanitaria si è innestata, infatti, su un quadro economico e sociale complessivo già segnato dalla crisi, in cui un’ampia fascia della popolazione rischiava di cadere in povertà e una fascia altrettanto ampia, pur in condizioni di povertà assoluta, non aveva la possibilità di accedere al RdC. Tra le tante, l’emergenza Covid-19 ha reso esplicite anche queste sacche di fragilità alle quali si sta cercando di dare una risposta appunto con l’introduzione del REm. Il REm è come un muretto di contenimento, per evitare che altre persone ancora scivolino nella povertà. Si pensi – a esempio – ai cittadini stranieri tra i quali la quota dei beneficiari del RdC è decisamente inferiore a quanti ne avrebbero diritto perché in povertà assoluta (nonostante abbiano un lavoro), ma impossibilitati ad accedere alla misura a causa del vincolo di residenza particolarmente stringente (10 anni); vincolo che peraltro crea difficoltà di accesso anche ai senza dimora.
Conclusione. Bene, dunque, l'essere intervenuti con strumenti inediti e temporanei di emergenza: ma a questo punto occorre fare un passo oltre, perché la povertà non durerà due mesi. Pertanto è ugualmente importante pianificare interventi strutturali che consentano di far fronte ad un periodo di recessione che determinerà una perdita di reddito più o meno marcata per ampi strati della popolazione. Si è indebolita, infatti, l’emergenza sanitaria, ma giorno per giorno si aggrava quella sociale e quella occupazionale, con una conseguente caduta del benessere: le previsioni parlano di un crollo del PIL italiano attorno al 10%. È dunque chiaro che occorre attrezzarsi tempestivamente per gestire un’emergenza che da straordinaria può diventare ordinaria.
Da tempo l’Alleanza contro la povertà in Italia chiede interventi strutturali al RdC e che si apra un cantiere per introdurre opportuni correttivi che rendano la misura più equa e maggiormente efficace per affrontare le conseguenze sociali provocate dall’emergenza epidemiologica. La necessità di ricorrere a strumenti straordinari per evitare che ampi strati della popolazione scivolassero nella povertà, ha reso evidente che il RdC così come è strutturato non riesce a far fronte ai nuovi e vecchi bisogni. Per questo, in vista della prossima sessione di bilancio, l’auspicio è che il Governo operi un potenziamento dell’unica misura strutturale di contrasto alla povertà di cui dispone il Paese, affinché venga data una sola risposta alle persone in povertà. Innanzitutto, sono necessari interventi volti a correggere i criteri di accesso alla RdC che penalizzano le famiglie numerose, i minori e gli stranieri: in altre parole, tutti quei soggetti che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi in corso e che anche nella fase post pandemica saranno maggiormente esposti al rischio di esclusione. Altrettanto importante è il rafforzamento dei servizi sociali e della presa in carico delle persone in condizione di bisogno, il cui numero è, appunto, destinato a crescere in modo esponenziale e le cui fragilità, nel lungo periodo, non possono essere fronteggiate solo attraverso il ricorso a trasferimenti monetari.
Dunque bisogna usare bene il tempo a nostra disposizione e aprire un confronto approfondito sul RdC. È politicamente complesso e oneroso, ma è la via maestra per aggiornare la principale norma per contrastare la povertà, per passare dalla modalità provvisoria alla… riconfigurazione e al riavvio del sistema (sociale) generale.
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