Non profit
Per il non profit effetti catastrofici
Lo sostiene Moreno Martelloni dell'Associazione italiana per il direct marketing. Vota il sondaggio di Vita.it
«Se non sarà modificato il decreto è facile prevedere un significativo declino del direct marketing per il non profit». Parla con cognizione di causa Moreno Martelloni, consigliere dell’associazione Associazione italiana per il direct marketing (fondata nel 1984; il sito è www.aidim.eu): da anni si occupa di questo settore e lo conosce bene. Tanto da potersi lanciare in questa previsione, sapendo che «il direct marketing per le associazioni non profit è senza dubbio lo strumento principale di comunicazione». Tant’è che sono circa 200 i milioni di messaggi che ogni anno partono dalle loro sedi (per un volume complessivo di circa 1,5 miliardi di pezzi: il direct marketing è, dopo televisione, quotidiani e periodi, lo strumento più utilizzato nella promozione pubblicitaria).
Scrivono ai nuovi sostenitori?
Moreno Martelloni. Soprattutto, ma non solo. E secondo una scansione abbastanza ordinata. Con momenti di picchi precisi: il periodo pre-natalizio, quello pre-pasquale e ovviamente quelli singoli in cui ciascuna associazione lancia specifiche sue iniziative. Una attività febbrile che si concentra specialmente nei confronti dei potenziali donatori. Il direct specificamente mirato al 5 per mille rappresenta circa il 15% anche perché si rivolge a persone che già conoscono l’associazione.
Vi sono anche altre finalità?
Martelloni: Certamente quella di rendicontare l’uso delle risorse raccolte. La trasparenza, insomma. Anche se per questo aspetto un ruolo importante l’hanno anche i new media e i social network: rendiconti a un sostenitore già fedele, ti rivolge al suo sentimento di appartenenza
Quali sono i numeri di questo settore?
Martelloni: Il mercato complessivamente, e quindi comprendendo profit e non profit, muove circa 650 milioni di euro l’anno.
Dunque l’abolizione delle agevolazioni tariffarie potrebbe comprometterlo in modo significativo.
Martelloni: Non c’è dubbio anche perché non è così facile sostituire la spedizione postale. Le faccio un esempio: i donatori più maturi. Non hanno dimestichezza con il web, non si fidano troppo di Internet, e dunque non sarebbero raggiungibili senza la classica missiva. Il che vuol dire che se il rapporto fra costo contatto (destinato inevitabilmente ad aumentare) e risultati raggiunti non sarà più accessibile, si rischia di perdere la possibilità di contattare un importante gruppo di donatori.
Secondo lei come mai ora si è giunti a questo decreto interministeriale?
Martelloni: A essere onesti era da un po’ che si ventilava l’ipotesi di di sospendere le agevolazioni. Si pensava però che ci sarebbe stata una riduzione. Non una abolizione. Nemmeno si credeva che i fondi stanziati, i 50 milioni di euro, sarebbero andati esauriti nei primi tre mesi dell’anno. Ho l’impressione che non si sia fatto mente locale agli effetti di questa decisione sul non profit. Effetti come si diceva prima che potrebbero essere catastrofici. Non è un caso che oltre alla petizione lanciata da Vita.it, stia crescendo – e molto – anche il gruppo su Facebook. Si intitola “No all’aumento delle tariffe per il non-profit” e ora conta oltre 2700 membri.
E adesso che succederà?
Martelloni: Non saprei. Spero che il decreto venga ritirato. Come associazione ci sentiamo penalizzati da questa decisione e siamo fortemente preoccupati. Ci stanno pervenendo diverse segnalazioni di allarme per corrispondenza sia commerciale che del settore non profit bloccata nei magazzini in seguito alla variazione tariffaria non annunciata per tempo. Di fronte a questa situazione di emergenza, AIDiM sollecita l’apertura di un tavolo di trattative per scongiurare il blocco totale dell’attività da parte delle realtà interessate dal provvedimento.
Ma le agevolazioni per le non profit all’estero esistono?
Martelloni: Sì ma non nella misura italiana. Da noi erano decisamente più consistenti.
Del resto, il terzo settore italiano ha proporzioni che altrove non si trovano…
Martelloni: Beh, questo è indubbio.
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