Sostenibilità
Per il non profit è un fiore all’occhiello
Intervista a Andrea Francesconi: il curatore di uno studio sui rendiconti nel terzo settore
Tra un paio di mesi, Cedam pubblicherà i risultati della sua analisi dei bilanci sociali non profit (con il titolo <i>Comunicare il valore dell?azienda non profit</i>). Intanto uno dei curatori, Andrea Francesconi, che insegna Economia aziendale all?università di Trento, anticipa ad <i>E&F</i> alcune considerazioni. «Abbiamo analizzato i bilanci sociali di quattro realtà significative e con forme giuridiche diverse: una cooperativa sociale, Telethon, Ai- Bi, Anfass Trentino onlus. L?obiettivo era capire l?impatto di questo strumento, le sue caratteristiche, gli indicatori, la struttura, la sua diffusione. Capire se il bilancio sociale è realizzato in un sistema integrato, se riflette una modalità gestionale consolidata.
E&F: I risultati?
Andrea Francesconi: Abbiamo riscontrato una serie di omogeneità. Anzitutto per quanto riguarda le finalità prevalenti conseguite collegabili a due aspetti: la trasparenza relativa alle scelte di gestione e la comunicazione dei risultati. Significativa convergenza poi anche per quel che riguarda il coinvolgimento sostanziale a tutti i livelli di responsabilità degli operatori aziendali. Inoltre la forte integrazione fra indicatori e parametri di performance da una parte, e le aree strategiche in cui sono articolate queste realtà, dall?altra. È un punto molto importante perché segnala la coerenza tra sistema di rendicontazione e strutturazione delle responsabilità gestionali.
E&F: Vuol dire che la strategia è stata ben individuata?
Francesconi: Sì. È un aspetto importante dal punto di vista del management: collegare gli indicatori alle aree strategiche consente di valutare in maniera multidimensionale i risultati ottenuti. Questo significa anche che, in questi quattro casi, i sistemi di valutazione sono evoluti, maturi. Non a caso in alcuni casi abbiamo notato che il bilancio è cambiato. Vuol dire che è uno strumento vivo.
E&F:Tornando alle caratteristiche comuni…
Francesconi: Un altro aspetto, legato all?integrazione e importante, è l?utilizzo del bilancio sociale non solo a fini di valutazione del passato, ma anche a fini di programmazione. Il bilancio sociale è usato anche per supportare, in coerenza con missione, valori e strategia, la definizione di obiettivi di breve periodo e quindi anche del budgeting. Uno dei suoi punti di forza è proprio che la rendicontazione sociale non riguarda solo gli aspetti monetari. La programmazione, come il bilancio sociale, non va fatta solo in termini economici. Senza contare che il non profit in moltissimi casi mostra una certa debolezza nella programmazione. Collegare il bilancio e la programmazione può essere un segnale del superamento di questa debolezza. Ci si interroga sui risultati ottenuti anche in una visione prospettica.
E&F: E i riscontri all?esterno?
Francesconi: Abbiamo constatato molta attenzione alla diffusione e comunicazione del bilancio sociale. Diffusione vista anche come modalità per comprendere i livelli di efficacia dello strumento stesso, nell?ottica di un continuo confronto fra organizzazione e stakeholder.
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